Il NieR originale, atipico action-RGP pubblicato nel 2010, è stato senza alcun dubbio un gioco divisivo, difficile da giudicare, indiscutibilmente controverso. C’è chi lo ha amato alla follia, come il sottoscritto, chi lo ha bollato come un esperimento ampiamente fallito.

Di sicuro, su questo non c’è alcun dubbio, non si trattò di una produzione priva di difetti. Il combat system era piuttosto macchinoso, l’avventura era annacquata da una lunghissima sequela di sub-quest ripetitive, tecnicamente c’erano problemi al frame rate e il costante pop-up mortificava le splendide ambientazioni dipinte dagli artisti al soldo del visionario Yoko Taro.

Eppure, NieR era anche molto altro, la classica perla sporca, immensamente ed estremamente carismatica per un certo tipo di pubblico, attratto da produzioni magari problematiche, ma con qualcosa da dire e, soprattutto, con qualcosa di diverso dal solito da offrire.

Visto il successo di NieR Automata, più che meritato visto che stiamo parlando di un ...