Sin dal suo annuncio nel 2020 ai The Game Awards, The Callisto Protocol ha raccolto attorno a sé una vasta schiera di curiosi. Nulla di strano, dato a capo del progetto troviamo nientemeno che Glen Schofield, uno dei creatori del mai abbastanza elogiato Dead Space. Nato come progetto ambientato nell’universo di PlayerUnknown’s Battlegrounds, il primo titolo sviluppato da Striking Distance Studios ha pian piano trovato una propria identità. Se inizialmente il gioco sembrava una copia proprio di Dead Space, video dopo video è risultato sempre più evidente il focus sui combattimenti corpo a corpo, caratteristica poco approfondita nella saga di Visceral Games.

Dopo mesi di attesa, abbiamo finalmente avuto occasione di esplorare a fondo la prigione di Black Iron, scoprendo i più reconditi segreti della UJC. Sarà riuscito il team di Schofield a realizzare un’opera degna dell’hype generato, oppure ci troviamo di fronte a un titolo incapace di mascherare l’inesperienza di un team alla sua opera prima?

The Callisto Protocol

NELLO SPAZIO NESSUNO PUÒ SENTIRTI URLARE

La trama ci mette nei panni di Jacob Lee, un corriere della United Jupiter Company (UJC) che, negli ultimi mesi, si è occupato di consegnare diversi carichi tra Europa e la prigione di Black Iron situata su Callisto. Durante una giornata apparentemente uguale alle altre, qualcosa va storto. La nave di Jacob viene abbordata da un gruppo di ribelli e, prima che possa rendersene conto, è costretto a effettuare un atterraggio di emergenza. Senza che possa opporsi, il nostro protagonista viene accusato di un crimine che non ha commesso e condotto alla prigione, dove scopriamo che una misteriosa malattia sta contaminando tutti i prigionieri. Ha quindi inizio il tentativo di fuga da Black Iron di Jacob. Un tentativo che lo porterà a incontrare nuovi alleati, farsi nuovi nemici e a smascherare un misterioso complotto.

La storia di The Callisto Protocol è quanto di più classico possiate aspettarvi. Non prendete però questa affermazione come una critica, quanto piuttosto come un dato di fatto. Il titolo di Striking Distance Studios è un survival horror e, come tale, risponde a dei cliché ormai consolidati in questa tipologia di narrazione. Ecco che quindi possiamo notare come i rapporti tra i personaggi mutino con eccessiva rapidità, in aggiunta a dei colpi di scena telefonati e mai davvero sorprendenti. Fortunatamente gli autori sono riusciti a dare una discreta varietà alle ambientazioni, conducendo Jacob in luoghi sempre differenti senza mai allungare il brodo e dando un buon ritmo al tutto.

Il risultato è una storia che scorre rapidamente e intrattiene per circa 14 ore, pur senza farci gridare al miracolo. Il finale aperto, inoltre, sembra lasciare spazio al contenuto narrativo in arrivo il prossimo anno. Una scelta che, se confermata, potrebbe infastidire molti giocatori, che sarebbero costretti ad acquistare il DLC per scoprire la vera conclusione dell’avventura di Jacob.

The Callisto Protocol

ERRORI DI GIOVENTÙ

The Callisto Protocol, come già accennato, è un survival horror. Bastano poche ore con il pad in mano per capire come gli sviluppatori abbiano voluto puntare molto proprio sul concetto di “survival”. Gli scontri sono difficili, l’inventario ridotto vi impedisce di raccogliere tutto quello che volete e le prime bocche da fuoco arrivano dopo qualche ora. C’è molto carisma nella prima metà di gioco, puntellata da scontri all’arma bianca violenti e appaganti. Il giocatore è infatti costretto a schivare continuamente gli assalti delle creature, per poi sfruttare i (pochi) momenti morti per sferrare il proprio attacco. Peccato, però, che il combat system funzioni perfettamente negli 1VS1, mostrando il fianco nelle situazioni più concitate, dove invece siamo chiamati a usare le armi a distanza.

Una volta ottenuta la prima pistola, la difficoltà scema lentamente, rendendoci via via sempre più forti e difficili da fermare. Questo fino a quando non si incontrano particolari creature, capaci di ucciderci con un singolo colpo. È proprio lo scarso bilanciamento uno dei veri difetti del titolo di Striking Distance Studios. Il gioco alterna momenti più “calmi” a situazioni tanto complesse da risultare frustranti. Non è divertente affrontare un nemico senza la possibilità di difendersi o di recuperare la vita, soprattutto dopo aver conservato per ore una cura. Segnaliamo, inoltre, la presenza di un singolo boss in tutto il gioco e di un paio di nemici più forti presenti nella seconda metà dell’avventura. Avremmo preferito senza dubbio un po’ più di attenzione sotto questo aspetto.

Queste ingenuità strutturali si sposano, purtroppo, con un level design piatto, quando non “sbagliato”. È cosa nota, infatti, che ci siano alcune regole visive da applicare al linguaggio dei videogiochi. Regole come “segui la luce”, oppure “se procedi lungo una strada secondaria troverai sicuramente un premio”. Ecco, in The Callisto Protocol tutto questo non accade sempre, risultando spesso illeggibile. Un vero peccato, che non riesce a mascherare del tutto la giovinezza di un team appena formato. Lo stesso si può dire dei checkpoint, spesso mal gestiti. Talvolta passano intere decine di minuti prima di trovarne uno, altre volte basta attraversare una singola stanza.

Sia chiaro: non vogliamo dire che il titolo non sia divertente. Abbiamo completato l’avventura con il desiderio di mettere presto mano a un secondo episodio del franchise, nella speranza però di vedere tutti questi difetti risolti e/o quantomeno limati.

The Callisto Protocol

ALTI E BASSI, LETTERALMENTE

È evidente a tutti che, per quanto riguarda la modellazione facciale dei personaggi, ci sia un “prima” e un “dopo” The Callisto Protocol. Gli sviluppatori sono riusciti a dar vita a dei volti impressionanti, spesso indistinguibili da quelli reali. A questo si aggiunge un comparto grafico generale davvero ottimo, che più di una volta ci ha lasciati a bocca aperta. Ci sono alcune texture che soffrono di qualche problema, ma nulla che possa compromettere il nostro giudizio finale.

Discorso diverso per il comparto audio. Il doppiaggio in italiano è davvero ottimo, ma è completamente desincronizzato dal labiale e presenta uno dei mix peggiori degli ultimi anni. Dialoghi che alternano livelli sonori differenti e che, di conseguenza, danneggiano gravemente la produzione. Sappiamo che i dev sono al lavoro per risolvere questi problemi, ma al momento la situazione è ancora terribile. Buona, invece, la soundtrack, che ci accompagnati con cura per tutta l’avventura. Un plauso, infine, all’utilizzo del DualSense, che grazie al feedback aptico ha saputo regalarci una dimensione nuova e più profonda a livello sensoriale. Non si tratta di qualcosa che rivoluziona il mercato, ma senza dubbio di una feature perfettamente implementata.

The Callisto Protocol punta alla luna, per raggiungere le stelle. Il risultato è senza dubbio buono, pur non riuscendo a brillare sotto tutti i punti di vista. Siamo comunque di fronte a un’ottima opera prima, che senza dubbio ci farà tenere d’occhio Striking Distance Studios in futuro. Se amate i survival horror, andate a cuor leggero: questo è il titolo che fa per voi. Se avete il budget per prendere un solo titolo tra The Callisto Protocol e Dead Space, fermatevi un secondo e ragionate. Cercate un titolo violento e brutale soprattutto negli scontri corpo a corpo? Allora Jacob è il vostro uomo. Preferite un level design più curato e un gunplay più preciso e appagante, allora tra un mese e mezzo poterete riabbracciare il vostro Isaac Clarke di fiducia.

VOTO8
Tipologia di gioco

The Callisto Protocol è un survival horror in terza persona, caratterizzato da intensi combattimenti corpo a corpo.

Come è stato giocato

Il titolo è stato giocato su PlayStation 5 grazie a un codice cortesemente fornitoci dal Publisher italiano.