Se amate il genere horror, è impossibile non rimanere affascinati dall’idea alla base di The Dark Pictures Anthology. Dopotutto stiamo parlando di una serie antologica di videogiochi all’interno dei quali poter prendere delle decisioni che modificano l’evolversi del racconto. Un mix tra Detroit: Become Human e Black Mirror: Bandersnatch, per utilizzare dei riferimenti per coloro che bazzicano poco nel mondo dei videogiochi. 

I quattro capitoli sviluppati da Supermassive Games vantano una qualità altalenante, ma sempre quantomeno discreta, e sono riusciti a conquistare i cuori dei giocatori di tutto il mondo. Giocatori che ricordano con estrema nostalgia anche l’ottimo Until Dawn, titolo che ha reso celebre il team inglese e che, nel 2016, ha ricevuto uno spin-off per PlayStation VR dal titolo Until Dawn: Rush of Blood. Forti del successo della propria line-up, i dev hanno quindi deciso di tuffarsi in una nuova avventura dedicata alla realtà virtuale

In attesa di maggiori informazioni su Direttive 8020, in uscita verso la fine dell’anno, Supermassive ha quindi portato su PlayStation VR2 The Dark Pictures: Switchback VR. Sarà possibile replicare il successo del primo spin-off? Saranno riusciti gli sviluppatori a sfruttare le feature del nuovo caschetto proprietario di Sony? Scopriamolo insieme.

The Dark Pictures: Switchback VR

QUANDO L’ATMOSFERA COLPISCE AL CUORE

La trama di The Dark Pictures: Switchback VR ci vede nei panni di un sopravvissuto a un incidente a bordo di un autobus. In un delirio fatto di situazioni oniriche e dramma umano, ci troveremo a bordo di una giostra su binari, costretti a vivere un’attrazione dai marcati toni horror mentre il nostro passato torna a bussare alla porta.

Nonostante la narrativa provi in un paio di momenti a mettere sul tavolo una vera e propria trama, il risultato finale è così confuso e pretestuoso che si perde rapidamente interesse nello svolgersi degli eventi. Supermassive Games riesce però a dare vita a un’atmosfera davvero da brividi basata sui principali capitoli del franchise: Man of Medan, Little Hope, House of Ashes e The Devil in Me. In ognuno dei due livelli dedicati a ogni titolo si ripercorrono ambienti familiari e situazioni che rimandano alle relative avventure. Non c’è una vera e propria “trama”, bensì una ricostruzione di quei mondi tanto inquietanti quanto affascinanti.

È innegabile: Switchback VR fa un grandissimo uso di jumpscare, alcuni più prevedibili di altri. È altresì vero, però, che l’atmosfera ci ha colpito molto, permettendoci di godere appieno di tutte le tre ore necessarie per portare a termine il titolo.

The Dark Pictures: Switchback VR

ROLLER COASTER SHOOTER

Da un punto di vista ludico, The Dark Pictures: Switchback VR è uno sparatutto su binari. Letteralmente. Il giocatore si muove su un sentiero già tracciato e deve aprire il fuoco verso i numerosi nemici che si dirigono verso la sua posizione. Il tutto mentre tiene d’occhio l’ambiente circostante alla ricerca di collezionabili e di nuove armi da aggiungere al proprio equipaggiamento. Questo meccanismo si integra con un sistema di punteggio pensato per confrontarsi con i propri amici e con sé stessi. Una scelta sensata, dato che il titolo punta moltissimo sulla rigiocabilità.

Supermassive Games ha fatto inoltre un ottimo lavoro sul gunplay, facendoci sentire ogni singolo colpo sparato. Merito soprattutto dei grilletti adattivi, che restituiscono un feeling davvero eccezionale. Meno interessante, invece, la reazione dei vari mostri ai colpi inferti, che spesso si risolve in uno schizzo di sangue incapace di dare soddisfazione al giocatore. Il team inglese ha inoltre inserito diverse chicche, sfruttando molto bene il nuovo visore di Sony. Vi basti pensare al tracciamento oculare, che i dev hanno usato per far muovere alcune creature al battito degli occhi del povero malcapitato. Una soluzione terrificante e che premiamo appieno.

The Dark Pictures: Switchback VR

PLAYSTATION VR… 2?

Arriviamo però alla principale problematica di The Dark Pictures: Switchback VR, ovvero la componente tecnica. Il gioco ha degli evidenti problemi grafici, che non riguardano solo i modelli poligonali, ma che coinvolgono proprio la risoluzione dello schermo. Avete presente quando abbiamo elogiato PlayStation VR2 per le sue lenti, l’HDR e per la nitidezza generale? Ecco, Switchback VR non sfrutta niente di tutto questo. Il risultato è un gioco che sembra uscito dalla precedente versione del visore, con un effetto retina marcato e con il conseguente aumento del motion sickness. Un vero peccato, perché un po’ di pulizia generale avrebbe permesso al titolo di non brillare, ma di non venir danneggiato da questa problematica.

Buono il comparto sonoro, che vanta musiche coerenti con l’atmosfera, un buon doppiaggio in italiano e dei suoni in grado di far accapponare la pelle. Il pacchetto completo per terrorizzare chiunque decida di tuffarsi in questa avventura.

The Dark Pictures: Switchback VR fa davvero paura. Che sia per i jumpscare o per l’ottimo sound design, abbiamo passato diverse ore in costante tensione. Esattamente il risultato che ci aspettavamo da questo titolo. Quello che non ci aspettavamo, però, era una componente tecnica così datata e un comparto narrativo sin troppo scialbo e confuso. Un risultato che, purtroppo, poco si sposa con il prezzo di lancio di circa 40 euro e con la potenza offerta da PlayStation VR2. Se siete alla ricerca di uno sparatutto su binari divertente e appagante, Switchback VR potrebbe fare per voi. Se puntate a un titolo che sprema le potenzialità del visore di Sony, esistono altre opere ben più curate e dal costo inferiore per soddisfare le vostre esigenze. Speriamo comunque che Supermassive Games continui a lavorare nel mondo della realtà virtuale, visto il potenziale (purtroppo talvolta inespresso) di questa nuova corsa sulle montagne russe.

VOTO7
Tipologia di gioco

The Dark Pictures: Switchback VR è uno spara tutto su binari nel senso più letterale possibile del termine.

Come è stato giocato

Il titolo è stato giocato su PlayStation 5, attraverso PlayStation VR2, grazie a un codice cortesemente inviatoci dagli sviluppatori.