C’è un indefinibile richiamo ad un passato condiviso, un fremito quasi ancestrale, un déjà-vu di origine antichissima nell’immagine, che apriva ogni partita, dello sparuto gruppo di inermi esseri umani, raccolti attorno al centro città, immobili e in attesa di imprimere nella storia le loro gesta, saggiamente guidati e proiettati in un’epopea destinata a sopravvivergli. Si respirava la brezza che soffia solo durante le grandi imprese nelle precoci esplorazioni dei dintorni del villaggio, a caccia di gazzelle da colpire a morte e arbusti ricchi di bacche da depredare. Cibo e legna, legna e cibo: un mantra inalienabile e indissolubile, almeno finché non ci si traghettava nell’Età degli Utensili e le forze militari iniziavano a prendere consistenza, rinvigorite dalle prime scoperte tecnologiche. Tutto si complicava con il bronzo e il ferro: metalli pregiati che amplificavano il potere distruttivo dell’esercito, rendevano più efficiente la raccolta di risorse, davano consistenza all’arricc...