Balan Wonderworld va interpretato e ricondotto al contesto, al pubblico con il quale vuole realmente interfacciarsi. Va da sé che da grandi espetti del settore come Yuji Naka e Naoto Oshima, genitori di Sonic e Nights Into Dreams tra gli altri, è inevitabile aspettarsi grandi cose.

A volte, però, è solo una questione di prospettiva. Può capitare che le grandi cose di cui sopra ci siano, o quanto meno le condizioni per esserci, ma che non siano destinate a noi, videogiocatori ormai smaliziati, con qualche anno sulle spalle, a caccia di esperienze mature, a loro modo originali, persino controverse.

Balan Wonderworld sussurra al fanciullino che custodiamo dentro di noi e si rivolge chiaramente ad un pubblico giovane o in cerca di un platform che stuzzichi più la fantasia, che l’abilità con il pad. Questo è il verdetto sul gioco, parziale e provvisorio, dopo un paio d’ore passate in compagnia della demo.

Parte di un progetto ben più ampio, che dovrebbe completarsi con graphic novel e altri...