Origins, sulla carta, avrebbe dovuto essere il punto di partenza, l’inizio vero e proprio di Assassin’s Creed, l’origine, per l’appunto, della complessa ed intricata cronologia che scandisce l’eterno conflitto tra Confraternita e Templari. In questo senso, Odyssey rappresenta un parziale colpo di scena, una piccola sorpresa per come riesca a riavvolgere ulteriormente le lancette del tempo, spostando il conflitto in un’epoca in cui le due fazioni contrapposte non erano ancora formate, formalizzate, fondate.

Sì, perché la battaglia, prim’ancora di farsi politica, era ideologica o per meglio dire filosofica, visto il setting in cui sarà ambientata l’avventura. L’Antica Grecia del 431 a.C., difatti, è patria di guerrieri temibili, abili politici e, soprattutto di brillanti filosofi, personalità più o meno di spicco, inventati di sana pianta o realmente esistiti come ormai da tradizione per l’IP di Ubisoft, che andranno a comporre il background su cui si svilupperà l’epopea del  nuovo...