Durante gli scorsi giorni si è tenuto il Closed Network Test di Elden Ring, evento che ci ha permesso di mettere mano alla nuova fatica di FromSoftware. È innegabile: ci siamo avvicinati alla nuova opera di Hidetaka Miyazaki con timore reverenziale, curiosi di capire se le gesta del Senzaluce potessero vantare lo stesso fascino di quelle della Fiamma Sopita di Dark Souls.

Ebbene, dopo diverse ore passate con il pad in mano, ci siamo fatti un’idea di quello che potremo trovare nella versione finale. Versione che vi ricordiamo essere prevista su PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox e PC per il 25 febbraio 2022.

 

 

Una volta preso possesso del nostro alter ego digitale, la sensazione provata è stata quella di estrema familiarità con i comandi e con l’interfaccia di gioco. Per qualche secondo, infatti, ci è sembrato di tornare all’interno di Dark Souls 3, con tutti i pro e i contro del caso. Perché vi diciamo questo? Perché se vi siete abituati alla qualità estetica del Demon’s Souls sviluppato da Bluepoint Games l’impatto potrebbe essere traumatico. Non lo nascondiamo: a un primo sguardo il comparto tecnico di Elden Ring è tutt’altro che imponente. Persino le animazioni ci sono sembrate derivative, tramutando rapidamente la succitata sensazione di familiarità in uno sgradevole déjà vu.

Fortunatamente sono bastati una decina di minuti per modificare sostanzialmente la nostra percezione. Una volta usciti dalla zona sotterranea, il titolo concede al giocatore la libertà di esplorare le terre dell’Interregno. Ecco che, improvvisamente, Elden Ring mostra tutte le sue novità e carte vincenti. Per prima cosa, il gioco ci ha illustrato le meccaniche della modalità multiplayer. Modalità che risulta snella, di facile accesso e, senza dubbio, migliore di quanto sperimentato nei vari Dark Souls. Convinti a voler procedere nell’avventura da soli, abbiamo quindi cominciato a vagare per le vaste lande erbose.

Pochi passi e ci siamo trovati di fronte il primo boss: un enorme guerriero a cavallo. Abbiamo provato a sconfiggerlo. Abbiamo rapidamente fallito nel tentativo. Decisi a non arrenderci, ma consci della nostra debolezza, abbiamo rimandato lo scontro a tempi migliori, aggirando la zona nella quale pattugliava il gigante. Dopo aver preso padronanza dei menù, ci siamo avvicinati a una chiesa diroccata, all’interno della quale abbiamo trovato il primo mercante. Affascinati dall’utilizzo della magia, abbiamo comprato la prima pergamena dell’evocazione e, pronti a vendicarci, siamo tornati dal cavaliere. Ha quindi avuto luogo una temibile battaglia tra il sottoscritto, dotato del potere di schierare in campo degli enormi lupi spettrali, e il titano a cavallo. Uno scontro dal quale siamo usciti vincitori, a testa alta.

 

 

Questa è solo la prima di una serie di situazioni che ci siamo trovati a vivere. Elden Ring è in grado di creare assuefazione, spingendoci a esplorare nuove aree per trovare oggetti rari e a scontrarci con i gruppi di nemici per guadagnare punti esperienza. Questi punti, chiamati “Rune”, possono essere utilizzati sia per acquistare oggetti dai mercanti che per salire di livello, attraverso una progressione molto simile a quella dei più volte citati Dark Souls.

È innegabile, però, che siano stati fatti degli accorgimenti mirati per migliorare la “qualità della vita” in un mondo open world. Invece delle singole fiaschette della vita, ora abbiamo a disposizione anche quelle per recuperare il “mana”. Il Senzaluce parte con 4 ampolle, ma saremo noi a decidere quante dedicarne alla vita e quante alla magia, con la possibilità di modificare questa scelta in ogni accampamento. Esistono inoltre alcune statue che, poste in alcuni punti strategici, fungeranno da checkpoint, evitandoci di dover percorrere troppa strada dai siti di Grazia Perduta. Siti che, alla fine, svolgono la stessa funzione dei falò.

Elden Ring non è mai facile o permissivo. Le successive boss fight si sono dimostrate estremamente dure, spingendoci a tornare sui nostri passi per livellare e per incrementare la nostra forza. Una volta interagito con tre siti di Grazia Perduta, siamo entrati in possesso della cavalcatura. Questo ci ha permesso di esplorare con estrema facilità la vasta zona dell’Interregno, raccogliendo oggetti e imparando a crearne degli altri. La sensazione di libertà offerta dalla nuova opera FromSoftware ci ha riportato alla mente le decine di ore passate su The Legend of Zelda: Breath of the Wild. E fidatevi quando vi diciamo che questo è il miglior complimento possibile per un titolo open world.

 

Elden Ring

 

Le ore passate in questo Closed Network Test ci sono scivolate tra le mani, lasciandoci però il desiderio di approfondire ulteriormente la versione finale. Elden Ring è esattamente quello che ci aspettavamo: una summa di tutti gli ultimi titoli di FromSoftware, con l’aggiunta di quel pizzico d’innovazione necessario a svecchiare la formula e ad adattarla a un mondo ben più vasto. Ora non ci resta che aspettare il 25 febbraio, nella speranza che i dev riescano a perfezionare gli ultimi aspetti tecnici. La struttura di gioco, comunque, ci è parsa già perfetta così com’è.