Lo abbiamo già detto nel corso della nostra recensione di Life is Strange: True Colors: i voti non sono il modo migliore per valutare un titolo basato sulle emozioni. La recente opera di Deck Nine, uscita pochi mesi fa su PC, PlayStation 4, PlayStation 5 e Xbox, presenta una narrazione intima, personale e, di conseguenza, estremamente soggettiva. Ciò che per noi può essere considerato coinvolgente e delicato, per una persona con una sensibilità differente può apparire addirittura blando. 

Ma, dopotutto, non è forse questo il bello nel poter confrontare le proprie opinioni con quelle altrui?

A partire dal sette dicembre, anche i possessori di Nintendo Switch possono vivere le avventure di Alex Chen. Avventure che portano la ragazza a riunirsi con il fratello Gabe a Haven Springs, una piccola cittadina in Colorado. Quando un tragico evento colpisce la famiglia di Alex, toccherà alla ragazza indagare sul mistero che avvolge il paese. Per farlo, la ragazza potrà sfruttare la sua capacità di percepire le emozioni delle persone che la circondano. Una sorta di super empatia che, di conseguenza, rende Alex una vera e propria macchina della verità ambulante.

 

 

Per festeggiare l’uscita della versione dedicata alla console ibrida della Grande N, abbiamo quindi deciso di dedicare a Life is Strange: True Colors questo speciale. Un articolo con due differenti funzioni: dare un nostro parere sulla trasposizione del gioco su Nintendo Switch e ragionare insieme su come la portabilità della piattaforma nipponica possa migliorare l’esperienza del titolo targato Deck Nine.

Partiamo dal primo punto, che risolviamo molto rapidamente. Life is Strange: True Colors rimane lo stesso, magnifico, gioco uscito a settembre sulle altre console. Certo, alcuni dettagli estetici sono assenti e l’impatto grafico è nettamente meno impressionante rispetto alle macchine da gaming casalinghe, ma il risultato non cambia. La storia di Alex Chen rimane emozionante dall’inizio alla fine e la palette cromatica stabilita dai dev è un vero e proprio piacere per gli occhi. Life is Strange: True Colors, infatti, da il suo meglio attraverso il luminoso schermo della versione OLED di Nintendo Switch. Un tripudio di colori che avvolge il giocatore, cullandolo con una soundtrack da applausi.

Ma perché giocare a True Colors nella sua versione portatile, piuttosto che sfruttare il dock per fruire il titolo su uno schermo nettamente più grande?

La risposta a questa domanda sta nel vostro rapporto con il videogioco. Se amate una fruizione più diretta, è ovvio che una TV vi semplifica notevolmente la vita. Se, al contrario, da una serie come Life is Strange cercate una certa intimità, allora ecco che Nintendo Swtich risulta la piattaforma perfetta per affrontare le avventure di Alex. 

 

 

Abbiamo giocato a questo nuovo episodio del franchise con le cuffie, al buio, e sdraiati sotto le coperte. La luce dello schermo proiettava attorno a noi i potenti colori di Haven Springs, facendoli rimbalzare sulle superfici del letto. Il tutto mentre Novo Amor ci entrava nel cervello con le sue splendide canzoni. Dopo aver già completato l’avventura su PlayStation 5, ci siamo trovati a non staccare le mani dalla console per tutta la sera, portando a termine la storia in una singola, grande, sessione. Una magia che ci ha fatto dimenticare il concetto stesso di tempo, scaraventandoci direttamente nel cuore del Colorado. Questa sensazione è senza dubbio dovuta alla fruizione del titolo su Nintendo Switch, che ha annullato la nostra visuale periferica.

Se anche voi volete provare un’esperienza simile, ora potete finalmente farlo. Armatevi di cuffie, di una console della Casa di Kyoto e di Life is Strange: True Colors. Le emozioni sono garantite.