Dal punto di vista dell’analisi qualitativa di un gioco, uno dei grandi errori commessi in sede critica riguarda l’accettazione e la valutazione delle microtransazioni in funzione di quanto ciò che permettono di comprare sia acquistabile anche con la moneta di gioco. Se le microtransazioni ci concedono un potere superiore o un oggetto altrimenti introvabile sono da criticare, mentre se ci permettono solo di risparmiare tempo sono accettabili, anche se portano spesso a considerare come uno sprovveduto chi spende soldi per questi contenuti, che potremmo ottenere semplicemente giocando. Le motivazioni di queste prospettive sono evidenti e palesi: nel caso dell’acquisto di potenziamenti e oggetti esclusivi, il giocatore si sente un utente di serie B, se per la mancanza di disponibilità economica non può permettersi di essere forte quanto gli altri; nel caso dei salvatempo, invece, vede la cosa come raggiungibile per tutti, solo con strade diverse.
Ma davvero possiamo cons...