Red Dead Redemption, senza mezzi termini, ha contribuito a fare la storia del medium, guadagnandosi a ragione, da più parti, l’appellativo di capolavoro, ennesimo titolo imperdibile di una Rockstar Games sempre ispiratissima che, all’epoca, si mise alla prova con un open world sulla carta complesso, difficile da rendere digeribile per un ampio pubblico.

Il setting prescelto, del resto, quello dell’America di inizio Novecento, non solo sottendeva un contesto artistico e storico già di per sé stuzzicante solo per una ristretta fetta di utenti, ma imponeva limiti di un certo peso al gameplay. Se ci seguite da tempo, sarete ormai a conoscenza di come noi di BadGames, pur riconoscendone gli indiscutibili pregi, siamo sempre stati piuttosto critici nei confronti della produzione di Rockstar, rea di imporre fin troppi compromessi, di eccedere nella ripetitività di certe meccaniche, di proporre una trama spesso e volentieri zoppicante, quando non paradossale.