Se avete una certa età, e magari siete cresciuti scaldati dai circuiti dalle console made in Kyoto, quasi di sicuro non potete fare a meno di provare un brivido nel leggere la parola Rare. Memori di videogiochi che hanno semplicemente rivoluzionato il medium, la software house inglese, dopo la dolorosa separazione da Nintendo, ha perso la bussola, non riuscendo a ritrovare mai l’antico slancio, l’originaria creatività, l’irripetibile estro che portò alla nascita di pietre miliari del calibro di GoldenEye 007 e  Banjo-Kazooie. Da Grabbed by the Ghoulies in poi, salvo qualche sprazzo come Viva Pinata, la line-up proposta dal rinomato studio si è rarefatta e ha perso spessore.

Con Sea of Thieves, non fosse per l’intrigante e coloratissimo art design sfoggiato sin dal primo sceen, la speranza è tornata a fiorire, forte di un tempo di sviluppo, sono passati tre anni dalla sua presentazione ufficiale, consone ad una produzione tripla A.

Dopo diverse sessioni in compagnia della closed beta, n...