Articolo a cura di Lorenzo “Kobe” Fazio
In totale armonia con lo spostamento verso occidente del baricentro dell’industria videoludica, il Tokyo Game Show ha visto progressivamente scemare e poi spegnersi l’aura di evento da presenziare in prima persona almeno una volta nella propria vita. Dati di mercato più impattanti in altre zone del mondo e publisher di matrice statunitense o europea a reggere i fili del gioco hanno creato un’inversione di marcia fino a pochi anni fa impronosticabile.
Così, mentre i giapponesi restano ancorati alle vecchie console, solo timidamente attratti dalla nuova ammiraglia di Sony che si sforza (ma neanche troppo) di proporre titoli che incontrano gusti e “abitudini” del pubblico di casa, la manifestazione di punta del Sol Levante è ormai ridotta a una vuota, per quanto scintillante, vetrina di videogiochi già annunciati, spesso già testati altrove (E3 o Gamescom magari), a volte persino già pubblicati nel resto del mondo.
Basta dare un’occhia...
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