“La pellicola è ancora oggi il miglior supporto per la conservazione dei film”. Parola di Martin Scorsese che alla pellicola così come alla memoria cinematografica non vuole proprio rinunciare. Lui gira ancora in 35mm e sappiamo bene quanto sia stato attivo nella preservazione e restauro di capolavori del passato da quando, nel 1990, creò l’associazione no profit The Film Foundation pronta a “salvare” capolavori come Scarpette rosse (1948) di Powell & Pressburger o Abraham Lincoln (1930) di D.W. Griffith.

Scorsese è tornato ieri a schierarsi a fianco della Kodak in compagnia di illustri colleghi.

Il commento del regista di Taxi Driver, Toro scatenato e The wolf of Wall Street alla recente decisione della Kodak di mantenere una divisione per lo sviluppo e vendita della pellicola è ovviamente entusiasta:

La nostra industria e la nostra comunità di registi è al fianco della Kodak perché sappiamo bene che non possiamo perderli così come abbiamo già perso tanti altri produttori di pellicola.

La Kodak aveva appena annunciato l’accordo con alcuni studi e cineasti in relazione all’utilizzo della pellicola grazie all’interessamento di illustri colleghi di Scorsese come J.J. Abrams e Christopher Nolan.

Il regista italoamericano ha aggiunto il tocco del Maestro al fuoco di fila dei colleghi più giovani:

Possiamo chiamare quello che facciamo in tanti modi: cinema, prodotto audiovisivo, immagini in movimento o… pellicole. Siamo chiamati registi ma noi preferiamo il termine filmmaker. Non ignoriamo la realtà: il digitale sta arrivando anzi è già qui. I vantaggi sono tanti: le cineprese sono più leggere, è più facile girare di notte, possiamo avere più strumenti per modificare e migliorare le nostre immagini. Le cineprese sono più abbordabili e sappiamo che fare un film, ora, è più facile. Anche quelli di noi che girano ancora in pellicola poi finiscono di riversare tutto in digitale perché i nostri film vengono proiettati digitalmente. Non abbiamo problemi a dire che il futuro sarà questo, che la pellicola è difficile da maneggiare, costosa e difficile da trasportare da un capo all’altro del mondo. E’ tempo di dimenticare e dire bye bye al passato? Sarebbe logico e facile farlo. Forse… sarebbe fin troppo facile.

Scorsese è poi tornato sul concetto di arte cinematografica:

pellicola crolloIl cinema è un’arte e non solo un’industria. I giovani filmmaker dovrebbero aver accesso a quegli strumenti, come la pellicola, con i quali si è costruita negli anni la storia di questa nuova arte del ‘900. Qualcuno si sognerebbe mai di andare in una scuola d’arte e dire a dei giovani pittori di gettare via pennelli, cavalletti e tavolozze per disegnare solo usando iPad molto più leggeri e facili da trasportare? Ovviamente no. Inoltre… tutto ciò che noi cerchiamo di ottenere quando giriamo in digitale… è pareggiare lo stesso effetto fotografico del 35mm. La pellicola, anche oggi, offre delle possibilità fotografiche che il digitale non può offrire.

E poi ecco l’ultimo affondo che manda al tappeto l’HD:

Dobbiamo ricordarci tutti che la pellicola è il supporto più sicuro per la conservazione di un’opera cinematografica. Non abbiamo alcuna rassicurazione circa la resistenza nel tempo del supporto digitale. Sappiamo invece che la pellicola può resistere nel tempo per almeno 100 anni se conservata con cura. Anche questa è un informazione da non sottovalutare se vogliamo difendere l’esistenza della pellicola, supporto fondamentale per conservare quell’arte cinematografica che tutti amiamo.

Come scrivevamo, l’apporto di Scorsese è solo l’ultimo appoggio di grande prestigio alla pellicola Kodak dopo che l’azienda aveva negli ultimi anni sofferto un drammatico calo di utilizzo della celluloide sia da parte del cinema che della televisione.

J.J. Abrams sta girando Star Wars: Episodio VII su pellicola mentre Christopher Nolan ha ultimato la sua ultima fatica Interstellar sempre in 35 e 65mm.

Quentin Tarantino e Judd Apatow si uniscono alla comitiva a difesa del vecchio e glorioso supporto. Kodak tira un sospiro di sollievo e attraverso Loiuse Kehoe dichiara a The Hollywood Reporter che grazie a questi registi alcuni accordi commerciali con gli studios stanno effettivamente avvenendo come aveva riportato per primo il Wall Street Journal.

E dire che a settembre 2013 sembrava che ci fosse solo la bancarotta nel futuro dell’azienda. Dal 2007 infatti la produzione di pellicola era drammaticamente crollata di un terrificante 96%. Gli storici rivali della Fujifilm avevano gettato la spugna già nel 2013.

Abrams aveva già dato l’allarme lo scorso anno: “Se la pellicola scomparirà” aveva dichiarato il regista e produttore a una riunione della Producers Guild Association: “allora scompariranno anche le possibilità di raggiungere il massimo della qualità”.

Kodak, forte di questo sostegno e dei nuovi accordi con Hollywood, è sempre più convinta che si possa garantire una certa produzione di metri di pellicola anno per anno sfruttando l’ultimo laboratorio rimasto aperto per la produzione ovvero il Fotokem di Burbank.

Per ora… Scorsese, Abrams, Tarantino, Apatow e Nolan possono dormire sonni tranquilli. La pellicola non morirà.

Fonti: THR | THR