La produzione di The Revenant, il nuovo film di Alejandro G. Iñárritu, sta entrando nella leggenda ancora prima che il film sia uscito, principalmente per via delle condizioni estreme in cui è stato girato: l’intenzione era quello di girarlo interamente in sequenza, con illuminazione naturale, in pieno inverno a Calgary in Canada. La cosa non è stata semplice: quando servivano ambienti privi di neve, le location erano innevate, e vice versa. Il risultato è che il regista ha dovuto rinunciare a girare in sequenza, e ha cambiato il piano delle riprese rinviando le ultimissime scene alla fine di luglio, dieci mesi dopo l’inizio della produzione.

Ora Leonardo DiCaprio parla dell’impresa a Grantland, partendo dalla sua interpretazione:

È stata una sfida molto diversa dal solito per me. Perché ho interpretato personaggi molto chiaccheroni. È qualcosa che volevo indagare veramente, un personaggio che non dice praticamente niente. Come esprimi il viaggio emotivo e la rabbia di una persona… senza usare parole?

Iñárritu conferma:

Onestamente il personaggio di Leo viene attaccato da un orso e dopo di ciò diventa praticamente muto. Fa un sacco di cose, ma non parla. Per me questa è l’essenza del cinema: non affidarsi alle parole ma alle immagini e alle emozioni.

Per DiCaprio, tuttavia, l’interesse era quello di raccontare una versione diversa del Sogno Americano:

Ho provato a catturare – o emulare su pellicola – un tipo diverso di Americano che non avevo visto spesso al cinema. Si tratta di un territorio senza regole, senza legge. Non era stato ancora forgiato nell’America che conosciamo tutti. Era completamente libero e incontaminato.

Iñárritu spiega che pur essendo immerso nel montaggio, deve ancora girare la scena finale, che verrà ripresa in Argentina, a Ushuaia, nella Terra del Fuoco, dove a fine luglio è inverno:

La neve si è letteralmente sciolta davanti ai nostri occhi. Abbiamo assistito ai risultati del riscaldamento globale: dovevamo girare la scena finale in una location che teoricamente doveva avere la neve… Ma c’erano le api! Abbiamo dovuto cambiare i nostri piani.

Girare con luce naturale, infine, ha posto non pochi problemi logistici, come racconta DiCaprio:

Mettere in piedi queste sequenze complicate era come un balletto, i movimenti dovevano essere precisi. E quando arrivava quel brevissimo istante in cui la luce era perfetta, ogni giorno ci ritrovavamo a recitare quasi come fossimo a teatro. Se perdevamo per qualche motivo quell’istante, se non raggiungevamo ciò che volevamo raggiungere, dovevamo rimandare tutto al giorno dopo. E spesso molte di quelle location erano molto distanti. È stata una produzione davvero intensa, sapevamo che ogni giorno potevamo girare una sola inquadratura.

Il film uscirà a Natale negli USA, distribuito dalla 20th Century Fox.

Tratto dal romanzo di Michael Punke e adattato per il grande schermo da Mark L. Smith e Inarritu, The Revenant racconta la storia Hugh Glass, un pioniere che, nel 1820 durante una spedizione a caccia di pellicce, venne gravemente ferito da un orso. Pagò così due uomini perché stessero con lui per aiutarlo a guarire, ma i due, sicuri che l’uomo sarebbe morto a causa delle ferite riportate, lo derubarono e lo abbandonarono a se stesso. Rimasto solo e senza armi per difendersi, Glass riuscì a riprendersi e a percorrere oltre 300 chilometri in mezzo al nulla per raggiungere la zona civilizzata più vicina e ottenere vendetta. Quella di Glass resta ad oggi una delle imprese più estreme mai compiute da un essere umano.

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