Scarlett Johansson e il produttore Avi Arad sono intervenuti sull’approccio adottato durante i lavori della trasposizione cinematografica di Ghost in the Shell, la cui uscita è prevista nel 2017. Intervistata da Collider, l’attrice ha avuto modo di parlare dell’idea attorno alla quale si è sviluppato il film:

Sarà interessante perché, sapete, siamo tutti abituati all’idea che il futuro sia una sorta di apocalisse o di post-apocalisse, oppure un’idea simile a quella proposta da Spike Jonze in Her. Tutto è digitale, computerizzato e impersonale. Questo film si sviluppa attorno alla visione di Rupert Sanders, che mi ha descritto un mondo fatto di città costruite su altre città, con abbondanza di sprechi. Una sorta di collage di culture, che chiaramente si ripercuote anche a livello visivo. La profondità di questo film è straordinaria, i set sono incredibilmente dettagliati e anche il modo con il quale è girato dà a tutto una profondità maggiore. Credo proprio che alla gente piacerà.

Alla domanda se i fan saranno sorpresi o meno dalla sua interpretazione, l’attrice ha dichiarato:

Non saprei. Quando hai a che fare con un personaggio conosciuto e amato, ad esempio Vedova Nera, interpretarlo al cinema è una sfida. La gente ha già molte opinioni su questi personaggi, con i quali è cresciuta e dai quali si è lasciata ispirare. Quello che provo a fare è dare al personaggio l’integrità che si merita, pur avendo un approccio libero e seguendo il mio istinto. La storia che stiamo raccontando è parte di un’ispirazione che abbiamo avuto fin da subito. Parliamo di qualcuno che sta avendo un’esperienza umana. E non stiamo ricreando un mondo alla Frank Miller, dove la graphic novel viene trasposta al cinema. Credo dhe la gente sarà sorpresa dal livello di realismo che vedrà.

All’attrice è stato anche chiesto se aveva familiarità con il materiale originario:

No, non lo conoscevo affatto. La prima cosa che ho saputo è che avrebbero portato l’anime al cinema. All’inizio ero spaventata, anche perché si tratta di una vera e propria icona. Ma poi ho provato a immaginare il viaggio della protagonista come la sua personale visione della vita. A quel punto ho pensato “Ok, posso farcela”.

Nel corso di un’intervista collettiva agli addetti ai lavori, il produttore Avi Arad ha svelato a Collider:

La nostra storia ha a che fare con Kuze. L’aspetto principale del lavoro è che non stiamo lavorando su una storia di origini, ma ci siamo approcciando al senso di identità della protagonista e a come definisce se stessa in termini di ricordi. Ci sono villain nel mondo esterno, ma non sono mai la parte più interessante del film. Non parliamo del Burattinaio perché non abbiamo scelto di concentrarci su quella storyline. Dunque, ci sono villain che hanno un grosso peso, ma che sono lì per essere degli antagonisti spirituali. Se pensate alla grande paura delle persone, vi viene in mente il timore che la tecnologia possa rubare la vostra identità, il che si traduce nella paura che si possa hackerare il cervello della gente. Più la tecnologia entra dentro di noi, più le persone possono abusarne. Dunque i nostri personaggi ne abuseranno, sia a livello criminale che governativo, per fare cose spaventose.

Arad è inoltre intervenuto sui possibili rischi di eccessive somiglianze con Matrix:

Matrix ha davvero introdotto il pubblico in un mondo virtuale, ma il nostro film è differente. E non ci serviremo del famoso codice verde che scorre, avremo un approccio alternativo. Ci saranno gli spinotti nella testa, ma in Matrix tutto era più crudo rispetto a Ghost in the Shell. Nell’anime c’è molta bellezza.

 

Cosa ne pensate? Ditecelo nei commenti!

 

Basato sull’opera di fantascienza acclamata in tutto il mondo, Ghost in the Shell racconta la storia di Major, un agente speciale, un ibrido tra cyborg e umano unico nel suo genere, che guida la task force speciale Section 9. Incaricata di fermare i più pericolosi criminali ed estremisti, la Section 9 dovrà confrontarsi con un nemico il cui obiettivo singolare è quello di annientare i progressi nel campo della cyber technology della Hanka Robotic.

A dirigere Ghost in the Shell c’è Rupert Sanders, regista di Biancaneve e il Cacciatore, su uno script di William Wheeler. Alla produzione Avi Arad, Ari Arad e Steven Paul.

Nel cast troviamo, oltre a Scarlett Johansson, anche Beat Takeshi Kitano (Daisuke Aramaki), Juliette Binoche ( Dr. Ouelet), Michael Pitt (Kuze), Pilou Asbæk (Batou) e Kaori Momoi. I componenti della Sezione 9 sono interpretati da Chin Han, Danusia Samal, Lasarus Ratuere, Yutaka Izumihara and Tuwanda Manyimo.

I diritti del manga futuristico del 1989 creato da Masamune Shirow, che in Giappone è stato riadattato in varie forme (serie tv, videogiochi, film), sono stati acquisiti dalla DreamWorks diversi anni fa, con l’obiettivo di creare un grande kolossal fantascientifico.

La release è fissata al 31 marzo 2017.

Fonte: Collider

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