E' morto Philip Seymour Hoffman.

Un amico sceneggiatore lo ha trovato intorno alle 11:30 di domenica mattina all'interno della sua casa a Greenwich Village, New York, al 35 di Bethune Street. Era nato nel 1967, aveva 46 anni e lascia una moglie e tre figli.

La notizia l'ha data per primo il Wall Street Journal, ripreso poi da Variety. Non sono ancora chiare, ufficialmente, le cause del decesso: il New York Post parla di quella che "apparentemente sembra una overdose di droga": la polizia ha aperto subito una indagine su ciò che è successo, ma secondo quanto riportano varie fonti sarebbero state trovate una decina di buste vuote di eroina nell'appartamento, e l'attore sarebbe stato ritrovato con "un ago di siringa ancora piantato nel braccio".

Hoffman aveva avuto problemi di droga in passato, ma per 23 anni era rimasto pulito. Nel 2012 era caduto nuovamente nell'abuso di eroina, e l'anno scorso era andato in riabilitazione. Nel 2005 aveva vinto il premio Oscar per Capote, aveva poi ottenuto altre tre nomination: per La Guerra di Charlie Wilson, Il Dubbio e The Master. Solo qualche giorno fa aveva partecipato al Sundance Film Festival, dove è stato presentato God's Pocket, il film di John Slattery che lo vedeva protagonista. Non è ancora chiaro se tutte le sue scene negli ultimi due episodi di Hunger Games, le cui riprese sono in corso in un'unica soluzione, siano già state effettuate.

Questa la scena fuori dalla casa dell'attore poco dopo la sua morte: la foto è stata scattata da un suo vicino che l'ha pubblicata poi su Twitter.

 

 

 

 

Considerato uno dei più grandi attori della sua generazione, Hoffman lascia alcune interpretazioni straordinarie (soprattutto come non protagonista). Dopo un esordio al cinema in ruoli soprattutto comici o marginali, ha partecipato a Boogie Nights – L'altra Hollywood e Quasi Famosi, che lo hanno consacrato come un attore a tutto tondo. Altri ruoli di grande rilievo li ha avuti in Il Grande Lebowski, Happiness, Patch Adams, Magnolia, Il Talento di Mr. Ripley, La 25esima Ora, Truman Capote – A Sangue Freddo, La Famiglia Savage, Mission: Impossible III, Onora il Padre e la Madre, La Guerra di Charlie Wilson, Synecdoche New York, Il Dubbio, Le Idi di Marzo, L'Arte di Vincere, The Master e recentemente anche nel kolossal Hunger Games: la Ragazza di Fuoco. La sua morte è indubbiamente una grande perdita per il cinema.

Nato in un sobborgo di Rochester (New York) di nome Fairport il 23 luglio del 1967, Philip Seymour Hoffman si diploma alla Tisch School of the Arts della New York University nel 1989. Il debutto cinematografico avviene nel 1991 in Triple Bogey on a Par Five Hole, mentre nel 1992 partecipa a My New Gun. Dopo una serie di ruoli marginali in altri film, nel 1997 arriva Boogie Nights – L'Altra Hollywood, che lo consacra come attore del cinema indipendente: negli anni successivi partecipa a pellicole come Happiness di Todd Solondz, Flawless – Senza difetti, Il talento di Mr. Ripley, Magnolia, Quasi Famosi, Hollywood Vermont. Negli anni duemila arrivano le partecipazioni a blockbuster come Red Dragon, Ritorno a Cold Mountain, Mission: Impossible III, sempre in ruoli molto caratterizzati e intensi; negli ultimi anni il riconoscimento dell'Academy con ben quattro nomination e una statuetta.

Molto attivo anche a teatro, Hoffman ha ottenuto due nomination al Tony nel 2000 (True West) e nel 2003 (Long Day's Journey into Night). Ha partecipato anche a The Seagull diretto da Mike Nichols e Il Mercante di Venezia di Peter Sellars, oltre a essere stato co-direttore artistico della compagnia teatrale LAByrinth a New York.

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