Charlie Kaufman è indubbiamente lo sceneggiatore più bizzarro di Hollywood. Se recentemente ha prestato la sua penna per una ripulitura dello script di Kung Fu Panda 2, i suoi progetti personali proseguono sui binari surreali già tracciati da film come Essere John Malkovich, Se mi lasci ti cancello e il suo esordio alla regia, Synecdoche, New York.

 Il suo nuovo film da regista si intitola Frank or Francis, e da tempo ne sentiamo parlare in modo vago come di un progetto autobiografico incentrato sulla rivalità fra un regista e un blogger.
Ovviamente, la trama così riassunta non rende giustizia al film, e chi ha avuto modo recentemente di leggere la sceneggiatura ne ha parlato come dell'opera forse più complessa, arzigogolata e mastodontica mai scritta da Kaufman.
Da lui non ci saremmo mai aspettati un film ordinario, e infatti ci troviamo anche stavolta, come nel Ladro di orchidee, nell'ambito del metacinema portato ai livelli più estremi.

I personaggi principali non sono due, bensì tre, e le loro storie si sviluppano in parallelo per incrociarsi solo saltuariamente prima del finale, insieme a quelle di moltissimi altri personaggi secondari.
Steve Carell interpreta Frank Arder, un regista che sale alla ribalta dopo che il suo film, intitolato You, ottiene un record di 29 nomination agli Oscar. Abbiamo poi il blogger Francis, interpretato da Jack Black, un perdente arrogante che vive nell'attico dei genitori e si è guadagnato una certa fama online per il modo in cui distrugge i film di Hollywood con le sue critiche. Infine troviamo Alan Modell, un comico noto per i suoi ruoli di Fat Dad (una sorta di professore matto alla Eddie Murphy), ma la cui carriera è ormai in crisi. Alan dovrebbe essere interpretato da Nicolas Cage.

 Ognuno di questi personaggi ha due diverse trame sentimentali, ma troviamo anche una cameriera rumena e due pollici a forma di fantasma che discutono di politica. Aggiungiamoci Jonathan Waller, un regista noto per aver diretto una pellicola epica intitolata Hiroshima, che non riesce però a vincere il titolo di miglior film. Dopo la sconfitta, Jonathan e suo fratello Richard creano Richard's Head, un grosso cervello elettronico programmato per esaminare matematicamente tutti gli script di maggior successo della storia, per poi scrivere la sceneggiatura perfetta: God. Nientemeno che Kevin Kline è stato recentemente scritturato in un duplice ruolo: quello di Richard e quello di Richard's Head, il supercomputer.

Parlando di metacinema, sappiamo che nel corso del film avremo modo di vedere diverse scene di You, la storia di un senzatetto interpretato dallo stesso regista Frank Arder (ovvero Steve Carell), che interpreta anche ogni altro personaggio nel film, incluse donne, bambini e personaggi di altre etnie. Dettaglio fondamentale, la metà dei dialoghi di Frank or Francis saranno cantati. Ebbene sì, per una ragione non meglio specificata, se non quella di rendere omaggio al musical, il film sarà in gran parte cantato.

Con questo progetto, Kaufman sembra volersi muovere su due fronti: da un lato una critica al sistema autoreferenziale dell'industria cinematografica americana, con al vertice gli Academy Awards, dall'altro un'analisi della società in cui viviamo, dominata da internet.
A discuterne con Time Out London) è stato lo stesso regista:

In un senso broadcast, il film parla di critica cinematografica, ma come sempre il mondo di cui sto parlando non è necessariamente il mondo di cui sto parlando. È solo un posto in cui ambientare la storia. C'è molto materiale riguardo a internet e alla rabbia: culturale, sociale e individuale. E riguardo all'isolazione in quest'epoca particolare in cui viviamo. E la competizione: l'idea che la gente oggi voglia essere vista. Odio usare l'espressione "riguardo a", sembra che quello che faccio sia per analogia e che io stia cercando di dire qualcosa. Non è così. Quello è compito del pubblico.

Non abbiamo notizie sui tempi di realizzazione del film, ma ora che lo script è concluso possiamo aspettarci che i lavori inizino presto. Unico problema: la sceneggiatura è così complessa che lo stesso Kaufman non sa da dove iniziare per portarlo materialmente in vita:

Se mi concentro su alcuni aspetti dello script in cui sto per imbarcarmi, devo dire che non ho idea di come faremo. Sono abbastanza bravo a tenere i problemi logistici lontani dal processo di scrittura. Quando scrivi, è importante non imrbigliarti con i dubbi pragmatici. Il film che sto per fare ha molte scene e molti personaggi. E la sua prospettiva, il mondo che crea è molto, molto ampio.