"Nessun animale è stato maltrattato durante la lavorazione di questo film".

E' questa la scritta che, sotto l'egida della American Humane Association, compare al termine di ogni lungometraggio americano per rassicurare tutti circa il fatto che gli animali impiegati nel film non hanno subito abusi e maltrattamenti di sorta.

Ma la realtà sarebbe alquanto differente da quanto propugnato dal disclaimer citato poco fa.

Il giornalista investigativo Gary Baum ha messo in luce, attraverso un corposo dossier pubblicato sull'Hollywood Reporter, tutte le mancanze – o addirittura le connivenze – della American Humane Association che avrebbe coperto più di una volta le morti o i ferimenti degli animali in maniera tale da mantenere un buon rapporto con gli studios hollywoodiani.

L'articolo è molto lungo e v'invitiamo a leggerlo integralmente se siete in possesso di una buona conoscenza della lingua inglese. Grazie al riepilogo effettuato da Collider, vi segnaliamo alcuni dei casi più eclatanti:

  • Il supervisore dell'American Humane Association Gina Johnson avrebbe minimizzato il quasi annegamento della tigre King durante le riprese di Vita di Pi. Si è poi scoperto che la donna aveva una relazione intima con uno dei produttori della pellicola.
  • Viene tirata nuovamente in ballo la questione dei 27 animali morti durante la lavorazione de Lo Hobbit: Un Viaggio Inaspettato. Sulla vicenda non proseguiamo oltre dato che, al tempo, abbiamo dedicato un lungo approfondimento su HobbitFilm.it in cui spiegavamo per filo e per segno come si siano svolti i fatti.
  • La celebre certificazione della AHA non è così stringente, ferrea e secca come appare. Può difatti essere apposta a un film in cui "gli animali non sono stati maltrattati intenzionalmente o in cui gli incidenti sono accaduti quanto le macchine da presa non stavano riprendendo".
  • Anche se la serie della HBO Luck è stata cancellata a causa del trattamento disumano riservato ad alcuni animali, altre serie o film meno note possono annoverare la morte o il ferimento di svariate animali. Si citano "Disney’s Eight Below, Paramount’s Failure to Launch, Disney’s Pirates of the Caribbean: The Curse of the Black Pearl, Sony’s Zookeeper, New Regency’s Marmaduke, and The Weinstein Co.’s Our Idiot Brother".
  • Bob Ferber, procuratore distrettuale che ha fondato e supervisionato un'unità di protezione animali fino al pensionamento avvenuto a marzo afferma "E' affascinante ed ironico. Si sono trasformati da protettori a conniventi per quel che riguarda il maltrattamenti agli animali".
  • I dipendenti della AHA sostengono – e i documenti interni all'organizzazione confermerebbero il tutto – che è prassi distorcere i rating, minimizzando o non riconoscendo pubblicamente gli incidenti. Talvolta le investigazioni non verrebbero effettuate in maniera approfondita.
  • Esisterebbero svariati conflitti d'interesse. Alcuni alti papaveri dell'industria cinematografica e televisiva, occuperebbero posizioni di rilievo nel direttorio dell'AHA.
  • Una nuova politica dell'AHA prevede il "pagamento per prestazione". Si crea dunque il paradosso secondo cui le produzioni di film e tv vanno a pagare direttamente quelli che dovrebbero monitorare loperato delle stesse.

 

Restiamo in attesa di una risposta ufficiale dell'AHA che, di sicuro, non tarderà ad arrivare.