Che Terrence Malick sia un regista attento ai dettagli non è certo un mistero. La realizzazione di The Tree of Life, ora finalmente nelle sale, ha richiesto infatti tantissimo tempo prima di arrivare a un montaggio definitivo che lo convincesse del tutto.

Non ci sorprende più di tanto quindi che la cura al dettaglio prosegua anche dopo che la postproduzione è terminata, ora che il prodotto finito è arrivato nelle sale cinematografiche.

Mentre la release si appresta a espandersi oggi su tutto il territorio americano, Malick ha così inviato una lettera insieme a ogni copia del film, per assicurarsi che i proiezionisti rispettino una serie di impostazioni tecniche fondamentali, "perchè la proiezione cinematografica sta diventando velocemente un'arte dimenticata":

  1. Proiettare il film con un aspect ratio di 1:85:1
  2. Settare il fader sui sistemi Dolby e DTS a 7.5 o 7.7 (più alto del valore standard che è 7)
  3. Non essendoci titoli iniziali, le luci devono essere spente ben prima che inizi la prima bobina.
  4. Le lampade di proiezione devono essere settate al valore standard (5400 Kelvin) e il valore di foot Lambert deve essere settato a 14.

Nel frattempo, il film vincitore della Palma d'Oro a Cannes continua a far discutere per le dichiarazioni di un filmmaker di nome Scott Nyerges, il cui lavoro è stato preso in prestito (con tutti i dovuti permessi) da Malick per la sequenza cosmica/onirica di The Tree of Life.

Pur consapevole del fatto che essere un filmaker sperimentale voglia dire rinunciare alle luci della ribalta e continuare la propria ricerca nell'anonimato, Nyerges è convinto che l'apporto dato da lui e da molti suoi colleghi a The Tree of Life non abbia ricevuto il giusto riconoscimento:

Nella copertura mediatica che questo film ha avuto, nessuno ha mai menzionato il fatto che abbiano usato il lavoro di filmaker sperimentali in quelle sequenze. Questo modo di fare cinema ha influenzato tutti i campi, dalla pubblicità ai video musicali al cinema. Ora basta comprare iMovie e premere un bottone per ottenere un effetto che magari ha richiesto anni per essere sviluppato da un filmaker d'avanguardia.

Ciononostante The Tree of Life resta un lavoro ambizioso, lirico, visivamente meraviglioso. Do credito a Malick per aver fatto qualcosa di davvero coraggioso, essenzialmente inserire 20 minuti di cinema sperimentale nel bel mezzo della narrazione. Le tecniche e i significati incorporati richiamano alla mente il lavoro di Jordan Belson, direttore della fotografia di Koyaanisquatsi e le immagini del telescopio Hubble. E confesso il brivido di guardare il film e aspettare che… sì! no! aspetta… sì! Ecco il mio piccolo contributo al film.

Le brevi immagini che Nyerges ha prestato a Malick sono tratte da un video sperimentale intitolato Autumnal, che potete vedere qui sotto: