Ci sono poche regole ad Hollywood da rispettare, e una di queste è “non far mai male a un bambino”. Il pubblico non ama quando dei piccoli innocenti vengono uccisi, è uno di quegli shock che fanno così male che normalmente allontana le famiglie dal cinema, ovvero quel gruppo di pubblico che garantisce dai tre biglietti in su ogni volta che ci si presenta alla cassa e che spesso determinano il successo o meno di un blockbuster. Riuscire a rompere una regola di questo tipo, evitando anche qualsiasi bollino da divieto ai minori (14 come 18), è stata senza dubbio una grande sfida per gli sceneggiatori e il regista di Hunger Games, che del gioco al massacro fra tanti ragazzini, costretti ad uccidersi l’un l’altro finché non rimarrà un unico sopravvissuto, ne ha fatto la struttura portante del proprio racconto.
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Abbiamo visto Hunger Games a Berlino: un primo capitolo convincente sotto ogni punto di vista che conferma la volontà dei produttori di realizzare un franchise destinato a durare...
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