Nell'anno di santificazione di Steven Spielberg come Esopo della postmodernità arriva, dopo Paul, il secondo film che celebra la poetica cinematografica del papà della favola moderna e dell'alieno buono E.T.

Il titolo ovviamente è Super 8, formato cinematografico che la generazione dei baby boomer usava nelle prime prove registiche. Spielberg laggiù, Moretti dalle nostre parti.

Proprio il pupillo di Spielberg, J.J. Abrams, è alla regia; l'ambientazione è metà anni '80 in una cittadina di provincia dell'Ohio, e sulle Bmx troviamo “bambini ordinari in situazioni straordinarie”, parafrasando la battuta che era anche la dichiarazione d'intenti di Incontri ravvicinati del terzo tipo. E come in quel capolavoro, il fantastico che viene dallo spazio non scavalca mai la potenza narrativa di eventi totalmente terrestri come lutti, difficoltà di comunicazione padre figlio, rapporti di forza all'intern...