Judi Dench, in un’intervista rilasciata al Radio Times (via The Guardian) in cui ha parlato anche delle sue condizioni di salute (l’attrice, classe 1934, sta perdendo la vista, non può più guidare e ha bisogno di assistenza nella lettura di libri e copioni), ha pubblicamente espresso il proprio dispiacere per la “damnatio memoriae” dei lavori di Kevin Spacey e Harvey Weinstein, i nomi forse più eclatanti fra quelli travolti dal ciclone #MeToo.

La star, premettendo la doverosa condanna verso il comportamento privato dei due, ha ammesso di trovare ingiusto negare quanto i due hanno comunque fatto in ambito artistico:

Ma che razza di agonia è mai questa?  Vogliamo davvero negare quello che [Kevin Spacey, ndr.] ha fatto in dieci anni di direzione artistica all’Old Vic, quanto sia stato memorabile nei suoi film? Vogliamo smettere di vedere i film prodotti da Harvey? Non si può cancellare il talento di una persona. Dovremmo smettere di ammirare i quadri di Caravaggio, che era un assassino. Dovremo mettere una pietra sopra a Noël Coward [accusato di comportamento sessuale predatorio, ndr.]

Judi Dench attribuisce proprio ad Harvey Weinstein molto del suo successo, mentre Kevin Spacey le è stato molto vicino dopo la morte di suo marito Michael Williams avvenuta nel 2001.

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