L’Associated Press riporta la notizia di cinque escursionisti italiani che sono stati soccorsi in Alaska poco dopo aver fatto visita al luogo del “Magic Bus”, il vecchio autobus 142 abbandonato dove, nel 1992, si lasciò morire Christopher McCandless, un ragazzo della Virginia la cui storia è stata raccontata nel romanzo di Jon Krakauer del 1996 “Nelle terre estreme” e poi nel film di Sean Penn del 2007 Into the Wild – Nelle terre selvagge.

La polizia locale, l’Alaska State Troopers, afferma di aver rintracciato i cinque sabato: si erano accampati dopo aver visitato l’autobus sul sentiero Stampede, nei pressi di Healy, e avevano allertato i soccorritori grazie a un sistema satellitare di emergenza. La loro posizione era a circa 20 chilometri dal sentiero: uno di loro era in condizioni serie, con un principio di congelamento ai piedi, ed è stato trasportato a Fairbanks per essere curato. Gli altri quattro sono stati recuperati da degli amici a Healy. In questo periodo dell’anno la zona è ricoperta di neve, i soccorsi infatti si sono mossi utilizzando delle motoslitte.

È l’ennesimo incidente che capita ai visitatori della località: nel corso degli anni diverse persone sono rimaste ferite, e a luglio dell’anno scorso una donna della Bielorussia è stata trascinata via mentre cercava di attraversare il fiume Teklanika col marito per raggiungere l’autobus. Non sono gli unici a cadere vittima del fiume: le famiglie di alcuni dei deceduti hanno recentemente proposto uno studio di fattibilità per la costruzione di un ponte, ma la cosa viene contestata dal sindaco Clay Walker che teme che una struttura di questo tipo potrebbe dare un falso senso di sicurezza ai visitatori convincendo più persone a cercare di raggiungere l’autobus. Secondo Walker, il modo migliore per evitare altri incidenti di questo tipo sarebbe rimuovere l’autobus: “Il fatto che quel veicolo si trovi lì aumenta il livello di attrattività della zona”, che invece è estremamente pericolosa.

Nato nel 1968, McCandless raggiunse l’Alaska dopo un viaggio post-laurea di due anni attraverso gli Stati Uniti: trascorse gli ultimi 112 giorni della sua vita nei boschi, accampato nel mezzo della natura del parco nazionale di Denali dentro al vecchio autobus. Si nutriva di selvaggina, un po’ di riso e piante. A luglio del 1992 decise di tornare nella civiltà, ma dopo due giorni di cammino trovò che il fiume aveva attraversato qualche settimana prima senza difficoltà ora era in piena, e tornò verso l’autobus. Due mesi dopo venne ritrovato morto all’interno del veicolo, probabilmente a causa della fame o ancor più verosimilmente dell’avvelenamento con dei semi selvatici.

 

 

 

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