Da qualche giorno è arrivato su Netflix un film entrato prepotentemente nell’immaginario popolare per via dei suoi piani sequenza, una di quelle frasi che mai avremmo pensato di poter scrivere: è I figli degli uomini, capolavoro di sci-fi sociale datato 2006, diretto da Alfonso Cuarón (Premio Oscar) e tratto da un romanzo di P.D. James. Ora che sapete di cosa stiamo parlando avrete capito che quella sui piani sequenza era una battuta per rompere il ghiaccio: non che non ci siano o non siano impressionanti (Youtube straborda di video che li celebrano e/o spiegano come siano stati girati), ma il film con Clive Owen e Julianne Moore è molto di più, un grandissimo pezzo di fantascienza distopica e, in un certo senso, post-apocalittica, nella misura in cui l’apocalisse non è una catastrofe nucleare ma il crollo della fertilità dell’essere umano, in sostanza il modo più delicato e infallibile per portare all’estinzione la nostra specie.

La cosa migliore che possa accadere a un racconto disto...