Nonostante Argo abbia garantito alcune belle soddisfazioni a Ben Affleck, considerati i tre Premi Oscar vinti, compreso quello al miglior film, i tre British Academy Film Awards e i due Golden Globe (in aggiunta ai 232 milioni di dollari d’incasso), in queste giornate che, negli Stati Uniti, è quasi riduttivo definire “roventi”, il film è tornato al centro di una polemica collegata a una problematica di whitewashing.

In Argo, Ben Affleck, oltre ad aver diretto il film, interpreta anche il protagonista, l’agente della CIA Tony Mendez.

In una recente intervista concessa a Deadline in cui si è discusso di come la morte di George Floyd possa portare a un cambiamento positivo a Hollywood in materia di diversificazione e inclusione, l’attore di origine messicana Edward James Olmos è tornato a criticare Ben Affleck per aver vestito i panni di un latinoamericano, una scelta che già nel 2013 aveva definito come “un errore”.

E quando hanno fatto film sui “latinos”, sui nostri eroi come, ad esempio, Tony Mendez in Argo? È stato Ben Affleck a interpretarlo. Non avrebbe mai dovuto farlo. Era il regista e avrebbe dovuto chiamare Michael Pena, o Andy Garcia, o me, o Jimmy Smith o una delle tante persone che avrebbe potuto padroneggiare un ruolo come quello. Disse che il film non si sarebbe potuto fare se non fosse stato lui a interpretare quel ruolo. Fesserie. C’era lui alla regia e alla sceneggiatura. Quell’anno il film ha vinto l’Oscar, quindi esattamente di cosa stiamo parlando? Tony Mendez era un chicano, un messicano-americano, nato e cresciuto a El Paso, in Texas. Il 99% delle persone neanche lo sa.

La questione era stata già liquidata, all’epoca, dal diretto interessato, ovvero sia Tony Mendez (scomparso a gennaio del 2019).

In un’intervista a NBCLatino in cui il giornalista parlava, fra l’altro, delle perplessità avvertite da molti spettatori ispanoamericani nel momento in scoprivano che il nome dell’agente interpretato da Ben Affleck era, appunto, Antonio Joseph Mendez, l’agente ormai in pensione spiegò di non aver mai avuto problemi in merito anche perché il primo a non considerarsi ispanico era lui stesso:

Sì, non ci sono stati problemi di sorta anche perché non mi percepisco come ispanico. Mi vedo più come una persona che è cresciuta nel deserto. Magari se fossi cresciuto in un differente contesto familiare, mi sarei io stesso percepito in maniera differente. Ma i membri della mia famiglia erano in contrasto fra loro in maniera giocosa, non parlavano di eredità culturale.

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