Le misure messe in atto dal governo e dalle regioni per far fronte all’emergenza Coronavirus stanno avendo un impatto su tutta l’economia del paese, e rischiano di mettere in ginocchio vari settori, incluso quello dello spettacolo. Da tre giorni sono chiuse le sale cinematografiche di Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna (nelle Marche la situazione non è ancora chiara): gli incassi sono crollati e le distribuzioni hanno rinviato numerosi film (anche pellicole la cui uscita era prevista dopo la fine dell’ordinanza, che scadrà il 29 febbraio in Piemonte e il 1 marzo nelle altre regioni). Tutta la filiera sta subendo le ripercussioni (incluso il nostro sito, che si sostenta anche grazie alle pubblicità dei film in uscita): sono stati rinviati festival come SeeYouSound (Torino) e Ce l’ho corto film festival (Bologna).

Ecco quindi che l’ANEC, associazione italiana che rappresenta gli esercenti cinematografici, si prepara a chiedere lo stato di crisi, come riporta il sito ufficiale:

L’ANEC invita a sostenere le imprese e i lavoratori del settore, fortemente penalizzato non soltanto nelle zone a rischio

Le sale cinematografiche sostengono e condividono ogni misura adottata per la prevenzione del contagio da Coronavirus. “Nelle cinque Regioni dove sono state disposte misure straordinarie di concerto tra Governo e Regioni”, ricorda Mario Lorini, Presidente dell’ANEC (Associazione Nazionale Esercenti Cinema), “tutti i cinema – come i luoghi di cultura e di spettacolo, le scuole e ogni altra attività pubblica – restano chiusi fino a domenica prossima. Per le imprese e per i lavoratori coinvolti si reputano necessarie e urgenti misure straordinarie, come ad esempio la cassa integrazione in deroga. Siamo certi, e ci siamo già attivati al riguardo, che il Governo e i Ministeri competenti sapranno valutare con attenzione tali elementi: assieme alle Associazioni dello spettacolo abbiamo chiesto che sia dichiarato lo stato di crisi per tutto il territorio nazionale; assieme all’Anica stiamo dialogando con il ministero di riferimento, il MiBACT, mentre si sta aprendo un confronto al MISE che coinvolge tutti i settori dell’industria e del commercio”.

“Purtroppo”, prosegue Lorini, “in questo momento prevale un senso di allarme anche laddove non vi sono rischi per la salute pubblica e ciò si traduce in un impatto drammatico per le imprese di esercizio di tutta Italia: dopo il forte calo di spettatori nel weekend, anche ieri si è registrato un calo del 65% sul 2019 e del 75% rispetto alla settimana precedente; in più, questa settimana è stato previsto il rinvio dell’uscita della gran parte dei titoli di maggior richiamo”.

“È prevedibile il senso di attesa e di cautela”, afferma Lorini; “tuttavia l’esercizio cinematografico, che seguirà con attenzione gli sviluppi e che si adeguerà prontamente ad ogni determinazione utile e necessaria, si associa all’invito delle Istituzioni a mantenere la calma e ad approfittare delle possibilità di trascorrere il proprio tempo libero con serenità nei consueti luoghi di intrattenimento, dove si possono vedere numerosi film belli e interessanti. Restiamo ancorati alla realtà ma vogliamo dare un segnale di sicurezza e di tranquillità ad un Paese che deve reagire”, conclude Lorini.

Ovviamente non sono solo i cinema a risentire di quest’emergenza. Filippo Fonsatti, presidente di Federvivo (federazione interna all’AGIS che rappresenta lo spettacolo dal vivo), riporta all’AGI una stima basata su dati SIAE delle perdite che si avranno questa settimana al botteghino con la cancellazione di 7.400 spettacoli: si parla di oltre dieci milioni di euro, e la cifra continuerà a salire se l’ordinanza proseguirà oltre il 1 marzo, con ricadute negative previste anche se non vi fosse una proroga.

Sarà quindi molto importante, quando sarà terminata la crisi, sensibilizzare l’opinione pubblica a tornare in sala, a teatro e nei luoghi di cultura: noi di BadTaste.it faremo ovviamente la nostra parte.

 

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