Sono passati quasi 50 anni dalla morte di Bruce Lee, scomparso improvvisamente il 20 luglio 1973 a Hong Kong senza causa apparente.

All’epoca si disse che la causa era stata un edema cerebrale, ma un nuovo studio condotto sulla leggenda delle arti marziali suggerisce che la morte di Bruce Lee sia stata causata dalla “incapacità dei suoi reni di smaltire acqua in eccesso“.

Lo studio è stato condotto da un gruppo di specialisti in Spagna ed è stato pubblicato nell’edizione di dicembre del Clinical Kidney Journal.

Gli autori sostengono che Lee, morto all’età di 32 anni, possedeva “i fattori di rischio dell’iponatriemia”, che si manifesta quando la concentrazione del sodio nel plasma è più bassa del normale. Lee, infatti, ingeriva liquidi in maniera cronica anche a causa dell’uso di marijuana (che aumenta la sete), senza contare gli altri fattori che potrebbero esser stati determinanti nelle funzioni dei reni, come l’uso di alcol, farmaci e danni fisici all’organo.

Nello studio si legge:

Ipotizziamo che la causa della morte di Bruce Lee sia riconducibile a una forma specifica di disfunzione renale: l’incapacità di espellere abbastanza acqua da mantenere l’omeostasi.

Questo può condurre a iponatriemia, edema celebrale e morte nel giro di poche ore se l’acqua in eccesso non viene smaltita urinando.

Visto che l’iponatriemia è frequente, come si riscontra nel 40% dei pazienti in ospedale e può causare morte a causa di consumo di acqua eccessivo anche in persone giovani in salute, c’è bisogno di una diffusione più ampia della consapevolezza che l’acqua in eccesso può uccidere.

La morte improvvisa di Lee è stata terreno di speculazioni per decenni, a tal punto che alcuni fan anni fan ipotizzarono che fosse stato assassinato.

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