Prima di essere narrata in un film di Bryan Singer, Bohemian Rhapsody, dalla lavorazione alquanto tormentata, ma dai risultati commerciali straordinari e con ben quattro Oscar vinti, tra cui Miglior Attore per Rami Malek, la vita di Freddie Mercury doveva venire raccontata in un biopic con Sacha Baron Cohen nei panni del cantante e David Fincher dietro alla macchina da presa.

In un recente podcast (via The Playlist) registrato insieme al collega e amico Aaron Sorkin, David Fincher ha brevissimamente parlato di questo progetto mai andato in porto ammettendo che, nei make-up test, Sacha Baron Cohen era un Freddie Mercury letteralmente spettacolare.

La discussione fra i due è andata a parare su Cohen perché l’attore, lo ricordiamo, figura nell’importante e nutrito cast del Processo ai Chicago 7, diretto proprio da Sorkin. Entrambi stavano concordando sull’incredibile bravura della star inglese ed è stato proprio a quel punto che David Fincher, riferendosi al film mai girato insieme a lui, ha aggiunto circa le foto delle prove di “trucco e parrucco”: “Amico, dovresti vederle… quelle foto sono spettacolari”.

Nel marzo del 2016, Sacha Baron Cohen aveva spiegato come e perché il biopic non era stato più realizzato spiegando che erano stati i Queen superstiti e ancora attivi sul fronte della “gestione del brand” (ergo, Brian May e Roger Taylor, visto che John Deacon si è ritirato dalle scene) a far sì che la spina venisse staccata:

Ci sono storie straordinarie su Freddie Mercury. Era una persona davvero selvaggia e il suo stile di vita era all’insegna della più totale dissolutezza. C’è un aneddoto su un party dove c’erano queste “piccole persone” che giravano con dei vassoi di cocaina in testa. Ma tutto si stava trasformando in un film molto meno interessante perché loro [i Queen ancora in vita, ndr.] volevano preservare la propria eredità in quanto band e volevano che si parlasse dei Queen. Cosa che posso capire completamente. Durante il primo meeting – cosa che non dovrei neanche stare qua a dire visto che c’era un membro della band, ma non dirò quale [a questo punto Stern interviene dichiarando “Brian May”] – questa persona mi dichiara “È un film così grandioso perché a metà film accade una cosa fantastica!” io domando “Cosa accade a metà film?” e lui “Freddie muore”. Io a quel punto proseguo “Oh bene, una roba un po’ alla Pulp Fiction dove la fine è a metà film e la metà film è alla fine?”. E di nuovo lui “No, no, no”. Domando “Ma allora che accade nella seconda metà del film?” e questa persona mi spiega che “vediamo come i membri della band si fanno forza e superano questo momento”. A quel punto gli ho spegiato “Senti, nessuno andrà a vedere un film in cui il protagonista muore di AIDS a metà della storia perché a nessuno interessa scoprire cosa succede agli altri membri della band”. Mi hanno chiesto di scrivere il film, ma io non so scrivere un biopic per cui ho chiamato Peter Morgan (Frost/Nixon, Rush), ma non gli andava bene. Ho coinvolto prima David Fincher, che voleva davvero dirigerlo, e poi Tom Hooper, ma loro erano molto specifico circa quello che volevano per il film. Guarda, a conti fatti si può davvero sintetizzare il tutto con le classiche divergenze artistiche.

Nel giugno del 2018, in occasione della tappa milanese del concerto dei Queen + Adam Lambert a Milano, abbiamo avuto l’opportunità di incontrare i due musicisti Brian May e Roger Taylor, e lo storico manager della band Jim Beach. In quell’occasione, il manager, oltre che a parlarci di Bohemian Rhapsody, si tirò fuori dalla scarpa qualche sassolino proprio nei confronti di Sacha Baron Cohen.

Potete trovare l’intervista qua sotto:

 

 

Cosa ne pensate? Vi piacerebbe vedere un qualche leak delle foto citate da David Fincher? Ditecelo nei commenti!

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