Anche se ormai Denis Villeneuve, grazie al suo curriculum, è uno di quei registi che può bussare alla porta di una major e ricevere tutti i soldi che vuole per la produzione di uno suo film, resta comunque alquanto critico nei confronti del “sistema Hollywood”.

L’acclamato regista aveva già avuto modo di manifestare un certo sdegno nel 2020 in un editoriale in cui si era scagliato contro la decisione della Warner di portare tutti i film in uscita, per un anno e limitatamente al territorio americano, sia al cinema che in streaming su HBO Max come risposta alla pandemia di nuovo Coronavirus, una posizione che si è poi ammorbidita nel 2021, quando la major aveva raggiunto un compromesso per cui Dune 1 sarebbe stato distribuito con svariate settimane di anticipo solo al cinema al di fuori degli Stati Uniti, dove avrebbe poi esordito in day-and-date in sala e in streaming (ECCO I DETTAGLI).

In un profilo del TIME Magazine che arriva a margine delle attività stampa collegate all’imminente debutto di Dune 2, Denis Villeneuve torna a criticare un’industria che definisce sciava delle dinamiche di Wall Street.

Parlando con il magazine spiega che:

Il cinema, fin dagli albori, ha fronteggiato molteplici crisi. C’è sempre un aggiustamento della rotta, ma il fiume continuerà a scorrere. L’esperienza cinematografica in sala esiste per restare e continuare a vivere. Prevarrà su queste sfide e si trasformerà.

Villeneuve dice di non essere preoccupato tanto dall’intelligenza artificiale quando dal “fatto che noi cineasti in primis ci comportiamo come algoritmi” per poi aggiungere:

Siamo in un periodo molto conservatore dove la creatività è limitata. Tutto ruota attorno a Wall Street. Ma l’unica cosa che può salvare il cinema è la libertà, correre e assumersi dei rischi. Perché si percepisce l’eccitazione del pubblico quando vede qualcosa d’inedito.

Trovate tutte le informazioni su Dune: Capitolo due, in uscita il 1 marzo negli USA (il 28 febbraio da noi), nella scheda del film.

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FONTE: TIME Magazine

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