Nel post, scritto dallo stesso Wu Ming 2 (pseudonimo di Giovanni Cattabriga), si afferma che da giorni il collettivo riceve segnalazioni a riguardo, si sottolinea di non aver collaborato alla stesura del soggetto del film di Gabriele Mainetti e si precisa di aver concepito lo spettacolo nell’estate del 2014, prima ancora che uscisse Lo chiamavano Jeeg Robot. Si vanno poi a elencare una serie di somiglianze tra le due storie: l’ambientazione in Italia durante la Seconda Guerra Mondiale, la storia che ruota attorno a un circo diretto da un uomo vittima di persecuzioni razziali, gli artisti del circo dotati di superpoteri che combattono i nazisti, la presenza di un “uomo calamita”… addirittura la presenza di una scena di tortura per annegamento. Vengono anche evidenziate le differenze, e cioè tutto il resto, a partire dal fatto che il film dura il doppio dello spettacolo e ha molti più personaggi. Il post si conclude con l’invito a non concentrarsi sulle somiglianze tra le due opere, e con la segnalazione della ripartenza della tournée de L’Uomo Calamita, interrotta dalla pandemia.
Poche ore fa Nicola Guaglianone, autore del soggetto di Freaks Out e co-autore della sceneggiatura assieme a Mainetti, ha pubblicato su Facebook una risposta al post di Wu Ming nel quale sottolinea come il soggetto sia stato registrato alla fine del 2015, il tutto corredato da prove fotografiche:
Cari Wu Ming, a proposito delle somiglianze tra Freaks Out e L’uomo calamita, suggerisco una integrazione alle vostre risposte, alle telefonate, ai messaggi e alle missive che ricevete con cadenza regolare. Il soggetto di Freaks Out è del dicembre 2015, quindi precedente allo spettacolo e al kamishibai. Le foto a Bruxelles, mi dispiace molto, ma non ho avuto modo di vederle. E la lista delle somiglianze disegna un dominio vastissimo di film e sceneggiati. Buon proseguimento di tournée (che poi sarebbe bastato chiedere a chi mi conosce ma Guaglianone ci va a teatro?)
Va detto che già nella nostra lunghissima intervista Nicola Guaglianone e Gabriele Mainetti ci avevano confermato di aver depositato il soggetto a fine 2015:
Nicola Guaglianone e Gabriele Mainetti erano nello stesso posto in cui ci troviamo a parlare per questa intervista (cioè negli uffici della Goon Films dello stesso Mainetti), 6 anni fa, quando per la prima volta parlarono di quello che ancora non si chiamava Freaks Out: “Era tutto sgangherato, c’era solo una scrivania Ikea. Eravamo venuti qui dopo il successo che aveva avuto Lo chiamavano Jeeg Robot alla Festa del cinema di Roma, quindi mesi prima della sua effettiva uscita in sala. Era Natale del 2015” ricorda Mainetti.
Si incontrano per pensare a cosa fare e tirano fuori 5-6 idee diverse. Una di queste era venuta a Nicola Guaglianone, a partire da un’immagine: “Un nazista che su un palco canta Il mondo di Jimmy Fontana. Non c’erano ragioni o spiegazioni o anche motivazioni, era un’immagine suggestiva intorno alla quale cominciammo a ragionare”.
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Vi ricordiamo che Freaks Out è al cinema in questi giorni. Trovate maggiori informazioni sul film nella nostra scheda.
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