Gabriele Muccino si aspettava di più dalle nomination dei David di Donatello, e non ha mancato di sottolinearlo domenica sera in uno sfogo su Twitter dove ha parlato anche di Favolacce dei Fratelli D’Innocenzo.

Annunciate giovedì scorso, le nomination ai David di Donatello 2021 hanno visto dominare Volevo nascondermi, Hammamet e Favolacce, rispettivamente con 15, 14 e 13 candidature. L’Accademia del Cinema Italiano ha modificato temporaneamente il suo regolamento per rispondere le criticità della pandemia (ovvero la chiusura dei cinema), estendendo la selezione ai film usciti fino al 28 febbraio 2021 e ai film usciti in digitale.

Nonostante la vittoria del David per la regia nel 2011 con L’ultimo bacio, del David speciale nel 2008 “per i successi negli Stati Uniti” e del David dello spettatore nel 2019 per A casa tutti bene, il regista è diventato un outsider del premio e probabilmente sperava che Gli anni più belli ricevesse un riconoscimento maggiore delle tre candidature ottenute (inclusa una importante, quella come migliore attrice per Micaela Ramazzotti). “Diciamocelo, cari Giurati del David: questa ennesima volta (è dal 2003 che snobbate il mio lavoro), l’avete fatta grossa,” ha commentato domenica su Twitter. “A perdere non sono io, ma la vostra credibilità, smarrita peraltro da tempo. Farò il tifo per Micaela Ramazzotti e Claudio Baglioni”.

Qualche ora più tardi, ha parlato di Favolacce, il film di Damiano e Fabio D’Innocenzo vincitore del premio per la miglior sceneggiatura alla Berlinale, spiegando di non essere riuscito a vederlo tutto e rispondendo poi a varie critiche nei suoi confronti per quanto affermato:

Sto provando a guardare da stamattina Favolacce. Non lo sono ancora riuscito a finire. Sarò poco intelligente o cinefilo per comprenderne la grandezza? (Eppur sono di quelli che quando vedono Dogman, chiamano il regista per ricoprirlo di complimenti).

[…] Per la cronaca: Pasolini detestava Calvino, Moretti Monicelli, i viscontiani si odiavano con i felliniani e a volte venivano persino alle mani. Se posso dirla tutta e fino in fondo, tutto questo politicamente corretto, è la tomba dell’arte e lo trovo insopportabile.

[…] Non denigro. Dico solo che non sono riuscito a vederlo dalla noia e dalla confezione wannabe indie ma in fondo così saccente.

[…] Il mio ragionamento è: faccio film da 23 anni. Ho girato in diversi continenti, mi sono misurato con il pubblico italiano e anche globale. Il mondo reale, nel nostro mestiere, è fuori del perimetro del cortile in cui si giocava alla champions league quando era solo briscola.

Il regista ha fatto seguito a varie repliche:

Muccino, infine, ha voluto rivendicare il diritto a criticare un film, spiegando di non essere mosso da “invidia” per le nomination e i successi altrui:

Quando C. Bene e V. Gassman si confrontavano a colpi di veleno e fioretto, davano all’arte antitetica che portavano in scena, una statura immensa. Se un film non mi piace perché non dovrei dirlo?! Per evitare che si dica che è invidia?!! Amo ammirar le cose belle! Non deprimermi!

E comunque giuro che non sto a rosica’ come viene banalmente di pensare! Anzi! Semplicemente non capisco. E siccome lo dico apertamente che questo film non vale un cazzo, sempre secondo me, si legge come invidia quando non farei mai a cambio nemmeno nella prossima vita.

Ricordiamo che sia i Fratelli D’Innocenzo che Gabriele Muccino stanno lavorando a una serie per Sky.

Annunciata dopo la Berlinale l’anno scorso, la serie di Fabio e Damiano D’Innocenzo ha come protagonista un uomo di circa 55 anni che se la vedrà la complessità di stare al mondo, dell’interrogativo su chi siamo di come si resista a quella maledizione che si chiama vita. I fratelli scriveranno e dirigeranno tutti e 6 gli episodi.

Muccino invece è sul set dell’adattamento seriale di A casa tutti bene, di cui è stato recentemente annunciato il cast.

 

 

 

Classifiche consigliate