Bee Vang, il co-protagonista di Gran Torino, l’acclamato film di Clint Eastwood datato 2008, ha scritto un editoriale su NBCNews focalizzato sui sentimenti anti-asiatici ri-esplosi negli Stati Uniti durante la pandemia di nuovo Coronavirus.

Nell’editoriale, in cui riconosce a Gran Torino il merito di essere stato un momento cinematografico storico per il gruppo etnico degli Hmong, critica in ogni caso gli insulti anti-asiatici presenti nella pellicola, e pronunciati per lo più dal personaggio di Walt Kowalski interpretato da Clint Eastwood, e la maniera in cui questi venivano accolti dal pubblico dei cinema:

All’epoca si discusse molto se gli insulti del film fossero insensibili, gratuiti o dei semplici ed innocui scherzi. Trovavo snervanti le risate che gli insulti suscitavano nel pubblico prevalentemente bianco. Ed erano sempre i bianchi che dicevano “Non sai accettare le battute?”. Oggi rabbrividisco al pensiero di cosa significava. Più di un decennio dopo, il razzismo anti-asiatico mascherato da umorismo bonario ha rivelato la sua natura nell’epoca del Covid […] Gran Torino potrebbe aver eliso la crisi che, in Asia, ha causato la nostra diaspora, e molte altre, attraverso il Pacifico. Ma più preoccupante è stata la maniera in cui ha reso mainstream il razzismo anti-asiatico, pur incrementando la presenza asiatico-americana. Le risate contro di noi, ci hanno sottomesso. Sono ancora tormentato dall’allegria del pubblico bianco, dalle fragorose risate del pubblico bianco quando Kowalski ringhiava un insulto. Scherzi innocenti, giusto? Fino a quando non diventano una scusa per ignorare il suprematismo bianco e il razzismo.

Gran Torino, la sinossi del film di Clint Eastwood:

Walt Kowalski ha perso la moglie e la presenza dei figli con le relative famiglie, al funerale non gli è di alcun conforto. Così come non gli è gradita l’insistenza con cui il giovane parroco cerca di convincerlo a confessarsi. Walt è un veterano della guerra in Corea e non sopporta di avere, nell’abitazione a fianco, una famiglia di asiatici di etnia Hmong. Le uniche sue passioni, oltre alla birra, sono il suo cane e un’auto modello Gran Torino che viene sottoposta a continua manutenzione. La sua vita cambia il giorno in cui il giovane vicino Thao, spinto dalla gang capeggiata dal cugino Spider, si introduce nel suo garage avendo come mira l’auto. Walt lo fa fuggire ma di lì a poco tempo assisterà a una violenta irruzione dei membri della gang con inatteso sconfinamento nella sua proprietà. In quell’occasione sottrarrà Thao alla violenza del branco ottenendo la riconoscenza della sua famiglia.

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