Il destino di un cavaliere quest’anno compie 20 anni (in America uscì l’11 maggio 2001) e per l’occasione Vulture ha scambiato due chiacchiere con il regista Brian Helgeland, che ha raccontato un aneddoto su Heath Ledger.

Il regista ha svelato che per la scena del ballo aveva pensato di utilizzare Get Down dei KC and the Sunshine Band, ma fu proprio Ledger – durante le prove – a convincerlo ad usare invece Golden Years di David Bowie:

Quando Heath voleva convincerti di qualcosa, si capiva in due secondi. Assumeva questo atteggiamento infantile, diventava un bambino di nove anni appena uscito da un racconto di Dickens, un po’ come Artful Dodger [di Oliver Twist].

[Il giorno che mi propose la canzone] sul suo volto apparve un ghigno e disse: “Il ritmo è lo stesso, andrà alla grande” e poi: “Non venire alle prove oggi. Appena siamo pronti te lo dico, le facciamo entrambe e poi decidi“.

Ledger, in ogni caso, aveva già deciso:

Disse: “È inevitabile che debba esserci ‘Golden Years’, è impossibile che tu non sia d’accordo“. Me la mise giù come se fosse un’arringa.

 

 

 

Ecco la sinossi del film uscito nel 2001:

L’avvincente storia di William Thatcher, ragazzo di umili natali che sogna di diventare cavaliere. E, in effetti, il giovane ottiene per caso dei documenti comprovanti un titolo nobiliare, necessari per tentare di diventare cavaliere; ora mancano soltanto i soldi e la gloria che spera di ottenere vincendo un torneo. William, sovvertendo l’immutabile ordine del mondo medioevale, riesce a cambiare il proprio destino, conquistando anche il cuore della bella Jocelyn.

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