Julia Roberts sarà prossimamente nelle sale con Ticket to Paradise, la commedia scritta da Daniel Pipski e Ol Parker e diretta da quest’ultimo in cui la troveremo, ancora una volta, di fianco a George Clooney (GUARDA IL TRAILER).

L’attrice, una delle più grandi star del cinema, è anche una vera e propria istituzione in materia di commedie romantiche grazie ad alcune storiche uscite nella decade degli anni novanta in cui è comparsa in cult come Pretty Woman (1990), Il matrimonio del mio migliore amico (1997) e Notthing Hill (1999).

L’attrice premio Oscar per Erin Brockovich, durante gli impegni stampa per Ticket to paradise, ha parlato proprio di questa serie di commedie romantiche realizzate negli anni novanta spiegando che, secondo lei, non sono state apprezzate davvero.

Queste le parole di Julia Roberts:

Penso che non abbiamo davvero apprezzato il boom delle commedie romantiche degli anni ’90. Non si percepiva davvero tutto il lavoro che c’era dietro dietro di esse perché erano divertenti, dolci, le persone si baciavano, ridevano ed erano dispettose fra loro.

Poi aggiunge:

È un genere di film che amo fare e guardare e si tratta di lungometraggi molto difficili da fare e da azzeccare. La matematica alla base è molto semplice, ma come puoi renderla speciale? Come puoi fare a mantenere vivo l’interesse delle persone quando, a conti fatti, puoi prevedere per certi versi quello che accadrà?

Qualche mese fa, Julia Roberts aveva avuto modo di spiegare perché ha atteso per ben venti anni prima di tornare a recitare in una commedia romantica. Già perché malgrado i piccoli ruoli nelle commedie corali Appuntamento con l’amore e Mother’s day, l’ultima volta che è stata protagonista di una rom-com è stato nel 2001 con I perfetti innamorati. Una lontananza dal genere che aveva così spiegato:

Se avessi trovato qualcosa di veramente bello, lo avrei fatto. Ma poi negli ultimi 18 anni ho avuto tre figli e quindi l’asticella si è alzata ulteriormente, perché non è stata solo una questione di: “La sceneggiatura è bella?” ma anche di incastri con il lavoro di mio marito, la scuola dei ragazzi, le vacanze estive.

Non si tratta solo di: “Oh, mi sa che voglio farlo”. Provo molto orgoglio a stare a casa con la mia famiglia.

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FONTE: The New York Times

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