La famigerata legge soprannominata “Don’t Say Gay” è stata firmata dal governatore della Florida Ron DeSantis. The Walt Disney Company ha quindi diramato un comunicato ufficiale scagliandosi ufficialmente contro di esse:

La proposta HB 1557 della Florida, nota anche come legge “Don’t Say Gay”, non sarebbe mai dovuta passare e non sarebbe mai dovuta essere confermata come legge. Il nostro obiettivo, come azienda, sarà far sì che questa legge venga abrogata o contestata nei tribunali, e ci impegnamo a supportare le organizzazioni nazionali o statali che lavorano in questo senso. Ci impegnamo a sostenere i diritti e la sicurezza dei membri LGBTQ+ della famiglia Disney, e la comunità LGBTQ+ in Florida e in tutto il paese.

La Disney è stata nell’occhio del ciclone per alcune settimane per non essere intervenuta pubblicamente subito contro questa legge, in uno stato in cui impiega circa 80 mila persone e investe miliardi di dollari generando posti di lavoro. Il CEO Bob Chapek inizialmente ha detto di non volersi sbilanciare politicamente, ma investito dalle proteste dei propri dipendenti ha cambiato completamente atteggiamento, arrivando anche a pubblicare una lettera di scuse. Nel frattempo, alcuni impiegati dei vari reparti della Disney hanno organizzato dei sit-in.

Nel firmare la legge, DeSantis ha parlato proprio delle critiche rivoltegli da Hollywood:

Se le persone che hanno sostenuto Harvey Weinstein si oppongono al nostro sostegno nei confronti dei diritti dei genitori, lo prendo come una medaglia d’onore. Non cambio idea. In tutto il paese abbiamo visto biblioteche con materiale inappropriato e pornografico per bambini piccoli, abbiamo visto fornire servizi a studenti senza il consenso o persino la conoscenza dei loro genitori, e sfortunatamente è successo anche nello stato della Florida.

 

Classifiche consigliate