Lina Wertmüller è morta oggi a Roma a 93 anni. Lo conferma l’ANSA.

Prima donna nella storia a essere candidata all’Oscar come miglior regista, per Pasqualino Settebellezze nel 1977, ha ricevuto l’Oscar onorario nel 2020. Sul palco con lei c’erano Greta Gerwig, Jane Campion, Isabella Rossellini (“sfruttata” come traduttrice) e Sophia Loren, che raccontato:

Il primo film che abbiamo fatto insieme è stato un po’ più di 40 anni fa, ma gli aggettivi per descrivere Lina sono gli stessi: piena di passione, giocherellona, onesta e brillante. Quando la incontri capisci immediatamente che sei alla presenza di un incredibile talento ma anche di una donna indimenticabile, un’artista che ha fatto storia essendo se stessa.

La Wertmuller si è rivolta poi alla Rossellini, criticando il suo vestito viola e facendo le corna per superstizione (nell’ilarità del pubblico), e infine al pubblico dell’Academy:

Dedico l’Oscar a mio marito Enrico, a mia figlia Maria Zulina, che mi è venuta molto bene. E ringrazio l’America. L’America è una cosa seria, noi siamo un piccolo stivaletto, questo è un continente, non c’è proporzione… così ringrazio l’America, tutti coloro che hanno amato i miei film, che sono tutti come miei figli. Ci vuole molta pazienza e molta passione… e ora vi saluto, ma dovete gridare tutti insieme ‘Vogliamo un Oscar che si chiami Anna’.

 

 

Nata nel 1928 con il nome di Arcangela Felice Assunta Wertmüller von Elgg Spanol von Braueich, Lina Wertmüller nella sua lunghissima carriera è stata una regista, sceneggiatrice e scrittrice. Proveniente da una famiglia aristocratica di origini svizzere, studiò all’accademia teatrale e poi iniziò a lavorare sia a teatro che in radio che in televisione, come autrice e regista della prima edizione di Canzonissima e l’indimenticabile Il giornalino di Gian Burrasca con Rita Pavone. Negli anni cinquanta e nei primi anni sessanta lavora anche al cinema, affiancando Fellini come aiuto regista ne La dolce vita e 8 1/2. Nel 1963 il debutto a sua volta come regista, con I basilischi. Nel 1968 dirige un western all’italiana (con il nome di Nathan Witch): Il mio corpo per un poker. Nei suoi film successivi, il sodalizio con Giancarlo Giannini: Mimì metallurgico ferito nell’onore (1972), Film d’amore e d’anarchia – Ovvero “Stamattina alle 10 in via dei Fiori nella nota casa di tolleranza…” (1973), Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto (1974), Pasqualino Settebellezze (1976, candidato a quattro premi Oscar: attore, regia, sceneggiatura e miglior film straniero), La fine del mondo nel nostro solito letto in una notte piena di pioggia (1978), Fatto di sangue fra due uomini per causa di una vedova. Si sospettano moventi politici (1978). Nel 1992 è regista di Io speriamo che me la cavo, con Paolo Villaggio, mentre nel 1996 dirige un nuovo film dal taglio politico, Metalmeccanico e parrucchiera in un turbine di sesso e politica. Nel 1998 doppia Nonna Fa in Mulan della Disney. L’ultimo film da lei diretto è Mannaggia alla miseria, del 2008, trasmesso in prima serata su Rai 1 due anni dopo, nel 2010, quando riceve anche il David alla carriera. Nel 2013 ha un cameo in Benvenuto presidente!

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