Ecco i migliori film di maggio 2022 che abbiamo visto al cinema o in streaming

Molto di quello che vediamo e raccontiamo con una recensione si perde. Alcune volte sono i film piccoli a non ricevere l’attenzione che meriterebbero, altre volte sono i migliori. Abbiamo così deciso di fare un piccolo riassunto ogni mese del meglio tra ciò che abbiamo visto. Senza distinzioni. Film usciti in sala, usciti in noleggio, usciti su una piattaforma in streaming come anche quelli visti ai festival e che non sono ancora usciti.

L’idea è quella di ricapitolare tutte le nostre segnalazioni scremando verso l’alto solo quello che pensiamo non vada perso, non debba sfuggire e meriti una visione. Ci saranno i film più noti e pubblicizzati come anche, con una certa preferenza, quelli che meno noti e dotati di una cassa di risonanza meno forte, che quando lo meritano hanno più bisogno di un riflettore su di sé per farsi notare.

I migliori film di maggio 2022

noi dueNoi due

“Commovente davvero senza mai essere sentimentale, Noi due ha una schiena dritta invidiabile quando si tratta di lavorare sui sentimenti, soprattutto grazie a Shai Avivi, attore eccezionale, capace di creare il suo padre con un misto perfettamente credibile e subito comprensibile, di durezza e amore sconfinato che non ha bisogno di essere spiegato, passa dai gesti, dalle immagini, dai volti e dalla forza infaticabile che Avivi mette in questo viaggio.
Ci vorrà un intero film per capirlo, per comprendere profondamente i suoi sentimenti e sentirli così tanto nostri da arrivare pronti al gran finale in cui ogni seme fiorisce.”.

LA RECENSIONE COMPLETA

settembreSettembre

“Non da oggi Giulia Steigerwalt è bravissima a scrivere i dialoghi, abilità dalla quale a cascata viene facilitata la scrittura dei personaggi e poi la recitazione, risultando in film sempre piacevoli, scene sempre interessanti, personaggi sempre coinvolgenti e amabili anche se pessimi. Nessuno in Settembre parla la fastidiosa lingua di plastica del cinema, ognuno ha una sua voce unica e riconoscibile, quindi una personalità interessante e diversa. Soprattutto i ragazzi (cosa incredibile per il cinema italiano)! Se poi sì aggiunge la buona cura per la recitazione, ne esce un film di grande piacevolezza in cui ogni piccolo acuto è valorizzato al massimo, dal momento che alleggerisce una fase drammatica (in realtà acuendone il senso) a quelli più complicati gestiti molto bene, ogni ruolo anche piccolo è perfetto e soprattutto ogni singola scelta di casting sembra una trovata geniale. In realtà è “solo” ottima scrittura”.

LA RECENSIONE COMPLETA

top gun maverickTop Gun: Maverick

“Nelle due-tre sequenze più dure prima dell’addestramento e poi nella missione c’è una cura nella messa in scena dell’azione che crea sequenze mai viste e sentite prima. Il sound design che mescola rumori ben distinti (quello della cloche che si sposta di colpo pare il metronomo degli eventi) con uno score che assomiglia ai rumori e con infine il fiatone e l’affanno del personaggio, tutto per rendere la fatica e lo sforzo. Se Maverick ha un’identità è quella di chi fa cose impossibili, stavolta ne sentiamo il peso e la pressione (anche effettiva, come ci spiegano) per percepire il rischio di non farcela e la dipendenza da quel mondo lì. Questo complesso di idee e tecnica crea una seconda parte che è forse, quest’anno, l’esperienza cinematografica definitiva da vivere in sala. Una vera bomba che dura più di 40 minuti e che tra inquadrature mai viste prima (se non nei trailer), tensione ben portata e una narrazione interna all’azione tutta sua, che non ricalca i precedenti, è non una ma 10 volte migliore del primo film”.

LA RECENSIONE COMPLETA

here-we-are-a008c004-190915-r34d00001888-anne-laure-barbaritThe Valet

“All’attivo, comunque, rimane il modo in cui gli sceneggiatori (Bob Fischer e Rob Greenberg) si prendano il tempo (il film tocca le due ore di durata complessiva) per costruire una galleria di personaggi di contorno buffi e credibili. C’è la madre di Antonio, vedova da oltre 40 anni che ritrova l’amore con il padrone di casa coreano. Ci sono i due detective privati, che nelle lunghe ore di appostamenti finiranno per conoscersi meglio. C’è poi la sottigliezza di chiudere con un finale aperto, che, seppur pregno di un’atmosfera lieta che stride un po’ con quanto visto in precedenza, non chiude i protagonisti dentro l’esito più scontato. Così, lo scioglimento ci lascia comunque un sorriso e la sensazione di aver assistito a un film assai piacevole”.

LA RECENSIONE COMPLETA

Alcarràs

Alcarràs

“Con il particolarismo di un luogo specifico, incorniciato dal titolo, e un conflitto vestito da ipocrisia sostenibile tutta moderna – i pannelli solari che rubano spazio vitali ai contadini, cancellandone il mestiere e il motivo d’esistenza – Alcarràs di Carla Simón apre con un’eccezionale forza a questioni senza tempo: la terra è del padrone o di chi la lavora? Cos’è un futuro sostenibile? […] Restìo a mostrare le sue emozioni come i suoi personaggi, Alcarràs è un raro film di pura osservazione, che trovando la naturalezza come chiave del suo sguardo sta già dando conto della sua opinione: questa realtà, così come la vediamo, non potrà più esistere. Solo un film potrà conservarla.”

LA RECENSIONE COMPLETA

Cyber hell indagine su un inferno virtuale

Cyber Hell: indagine su un inferno virtuale

Cyber Hell racconta con tanta tensione da puro crime e poca enfasi melodrammatica (rifiutando così lo spirito generalista di tali format) l’inchiesta di un gruppo di giornalisti coreani sul caso locale delle Nth rooms di Telegram, ovvero chat dove ragazze e ragazzine (spesso minori) venivano ricattate in cambio di contenuti pornografici e derisori. A caccia di Baksa, “Il dottore” e di GodGod, creatori e gestori di tali chat, i giornalisti e la polizia mettono insieme tracce digitali e indizi reali per associare quei nickname a dei volti umani e consegnarli finalmente alla giustizia. “

LA RECENSIONE COMPLETA

only the animals

Only the Animals – Storie di spiriti amanti

“Mancava giusto la scritta “This is a true story” ad inizio film per sigillare il legame di evidente derivazione di Only the Animals – Storie di spiriti amantidi Dominik Moll dall’ecosistema narrativo di Fargo (ormai immaginario autonomo da quando è stato serializzato da Noah Hawley). Adattato dal romanzo di Colin Niel, Only the Animals assorbe infatti dal celebre precedente non solo il suo aspetto di crime dagli orizzonti innevati, i suoi personaggi pieni di segreti, goffi e incapaci di controllare ciò che gli succede (ma illusi, tramite le loro azioni, di stare muovendo qualcosa), e la sua struttura di puzzle extra-ordinario: Only the Animals ne emula anche, con buoni risultati, lo stesso misticismo, riuscendo a coniugare ambiguità magica e un intreccio esasperato con una discreta dose di ironia dell’assurdo.”

LA RECENSIONE COMPLETA

Classifiche consigliate