È morto Merhan Karimi Nasseri, un uomo iraniano che per 18 anni è vissuto nell’aeroporto Charles de Gaulle di Parigi ispirando The Terminal, il film di Steven Spielberg con protagonista Tom Hanks accanto a Catherine Zeta-Jones e Stanley Tucci.

Nasseri aveva all’incirca 80 anni ed è morto per un arresto cardiaco nel Terminal 2F dell’aeroporto, dove era tornato a vivere recentemente. L’uomo aveva vissuto nel Terminal 1 tra il 1988 e il 2006, trovandosi in un limbo legale a causa della mancanza di permesso di soggiorno; successivamente decise di rimanere nell’aeroporto volontariamente.

Il film di Spielberg cambiò una serie di aspetti rispetto alla vicenda europea: il protagonista era un uomo dell’Est Europa rimasto bloccato all’aeroporto JFK di New York dopo che gli veniva negato l’ingresso negli Stati Uniti. Un colpo di stato nella sua terra natale gli impediva di tornare indietro. L’uomo non viene citato ufficialmente nel film, ma venne ricompensato per l’utilizzo della sua storia. Nel 2004, poi, venne pubblicata una sua autobiografia scritta dal ghostwriter Andrew Donkin.

La storia di Nasseri era ben più complessa di quella del film: si stava recando a Londra da Bruxelles, passando da Parigi, ma avendo perso i suoi documenti da rifugiato non ottenne il permesso di ingresso in Francia. A quel punto prese residenza nell’area di transito del Terminal, dove rimase fino al 2006 (nel 1992 un tribunale francese stabilì che era entrato legalmente nell’aeroporto come rifugiato e non poteva essere espulso). Nel 2006 venne portato in ospedale e poi visse in una serie di ricoveri. Nelle ultime settimane, però, si era trasferito nuovamente al Charles De Gaulle.

Negli anni gli fu offerta la cittadinanza belga e francese, ma nel frattempo iniziò a dire di essere nato in Inghilterra (pare che la sua vera madre fosse di Glasgow, e il padre iraniano) nato in Svezia. Successivamente iniziò a farsi chiamare Sir Alfred Mehran.

Fonte: The Guardian

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