Se negli Stati Uniti i cinema cominciano a intravedere la luce in fondo al tunnel grazie a una campagna vaccinale che prosegue spedita ad alta velocità in Europa, e in Italia, dove le vaccinazioni proseguono, nella migliore delle ipotesi, con l’incedere di un bradipo (e senza considerare le problematiche relative ad AstraZeneca), il settore continua a versare in condizioni critiche.

Motivo per cui quanto segnalato un paio di giorni fa su Facebook da Gino Ginone Andreoli e assurto agli onori della cronaca più che altro oggi, lascia spiazzati nella migliore delle ipotesi: a Fiorano Modenese un cinema parrocchiale ha aperto o battenti per proiettare la messa.

Nel post originario, Andreoli scrive:

CREDEVO FOSSE UNA BALLA ED INVECE…
Sarei curioso di sapere come e perché vengono autorizzate queste cose. Ditemi che entravano solo ultra ottantenni con doppia dose di vaccino già inoculata, ditemelo vi prego. Foto scattata (non da me) al cinema Primavera di proprietà (se non erro) della parrocchia di Fiorano.

Questa la foto a corredo:

 

 

Sulla vicenda del “cinema aperto per messa” ha indagato Repubblica che ha interpellato anche il diffusore del post originale. Andreoli, di professione impiegato, nonché insegnante teatrale e attore, aggiunge:

Anche io sono fermo da più di un anno, e l’arrotondamento economico che è venuto a mancare si fa sentire. Se la situazione pesa a me che ho comunque un primo lavoro, non oso immaginare quando possa essere pesante per chi vive esclusivamente di cultura.

Sempre dalle pagine dell’edizione di Bologna del quotidiano, arriva la difesa del parroco Don Antonio Lumare che, al motto di “mica era un film” dichiara:

Il Dpcm vieta le attività teatrali e cinematografiche, ma noi non abbiamo fatto né l’una né l’altra. Quella sala non viene utilizzata come cinema da ormai 13 anni, non abbiamo neanche più la licenza: semplicemente l’abbiamo impiegata come salone perché non sapevamo come altro mettere a riparo i fedeli. Ovviamente non volevamo fare un affronto a nessuno. Ho sentito alcuni parroci delle chiese limitrofe, anche loro hanno utilizzato i saloni. E per il momento non sono arrivate richieste di chiarimenti.

Il sindaco di Fiorano Francesco Tosi aggiunge:

All’interno dell’immobile sono state utilizzate tutte le misure identiche a quelle adottate in chiesa, le regole sono state rispettate. Il fatto che anche le attività teatrali potrebbero essere riprese in sicurezza è un discorso diverso, da valutare e sui quale potrei eventualmente anche essere d’accordo. Ma si tratta di due cose completamente separate.

Cosa ne pensate? Ditecelo nei commenti!

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