Il suono di un Jet Provost del 1953 che si accende a pochi metri di distanza non è una cosa che si dimentica facilmente. Il terreno trema e ti investe un muro sonoro di pura energia. Un crescendo di potenza che quando sembra arrivare al limite scavalca e va oltre. Ti entra nelle ossa. L’abitacolo incute timore, con un odore unico per ogni aereo, come ci hanno spiegato i piloti, fatto di olio, cherosene e sudore. Siamo a Volandia, un parco e museo del volo situato a poco dall’aeroporto di Milano Malpensa. Siamo lì per accogliere l’arrivo in home video di Top Gun: Maverick (trovate tutti i dettagli qui). Un lancio esperienziale, proprio come il film che ci ha fatto sentire piloti per qualche ora.

La giornata al museo del volo

Il regista Joseph Kosinski ha usato il budget del blockbuster per rendere le inquadrature il più immersive possibili. Ha piazzato cineprese ovunque, soprattutto negli spazi stretti dell’abitacolo. Top Gun: Maverick è diventato così un film giocato tutto sulla prossimità e sulla distanza. Siamo stretti con i piloti, quasi in maniera soffocante. Però loro nel frattempo attraversano incredibili distanze alla maggiore velocità possibile. Uno spettacolo visivo essenziale (ci sono pochi elementi in scena: aerei, piloti, ostacoli) eppure capace di dare scariche di adrenalina.

L’esperienza a Volandia è un grande contenuto extra fuori dall’edizione home video, aiuta a capire meglio, sulla propria pelle, quello che racconta il film. Anche senza scomodare la lettura omoerotica di Tarantino, in Top Gun: Maverick gli aerei sono un’estensione del corpo. I piloti addirittura li accarezzano, gli parlano (o vorrebbero farlo quando le cose non vanno per il verso giusto). Come cavalli imbizzarriti i jet sono difficili da tenera a bada. Serve passione verso l’aereo per essere un buon pilota, molto di più che una conoscenza approfondita del manuale d’istruzioni. 

Basta entrare in Volandia per capirlo bene. Lo spazio si presenta ai visitatori come il posto ideale per sviluppare questa passione. Esteso per una superficie che supera i 250.000 m², il museo si compone di diversi hangar con all’interno mezzi di ogni tipo. Macchine concept, sperimentazioni ingegneristiche da film (molte starebbero bene nella fantascienza) ma anche molto interessanti dal punto di vista della progettazione. C’è un’ampia area interattiva dedicata all’esplorazione spaziale, ma il cuore di tutto resta la presenza degli aerei.

Dai primi aerei alla tecnologia di Top Gun Maverick

All’interno si può ripercorrere l’evoluzione tecnologica osservando numerosi e accurati modelli in scala. Il patrimonio aeronautico esposto è invece imponente. In Top Gun: Maverick Pete Mitchell manovrava gli ultimi ritrovati nell’arte del volo, qui invece si può ammirare anche la precarietà dei primi esperimenti. Il caproni Ca. 1, qui conservato, è il più antico aeromobile italiano mai decollato.

Di esposizione in esposizione si può ammirare la rapidità con cui, proprio in Italia, abbiamo contribuito all’evoluzione qualitativa e ingegneristica dei veicoli. Giovanni battista Caproni, sulle cui Officine Aeronautiche sorge Volandia, fu una delle figure più importanti del settore nei primi anni del novecento. 

In Top Gun: Maverick si vedono jet di ultima generazione (insieme ad altri più “classici”) per un’azione che esalta la bellezza e la potenza dell’acciaio, dei motori e della strumentazione futuristica. Avvicinarsi agli aerei che hanno fatto la storia, presenti a Volandia, fa capire bene quanto coraggio ci sia voluto ai primi pionieri. Ogni invenzione è un’incognita e per arrivare alla perfezione aerodinamica, la storia del volo è passata per molti tentativi tenuti insieme letteralmente con due fili e un paio di viti. Un’infinità di forme e dimensioni hanno attraversato la storia dell’aviazione, rendendo gli aerei simbolo di un’epoca.

Viene da pensare che sia in parte anche questa la forza del film di Tony Scott prima e di Joseph Kosinski dopo. Incarnare un’epoca attraverso gli oggetti, catturarne l’essenza mostrando il rapporto tra gli uomini (che più o meno rimangono sempre gli stessi) e le nuove macchine.

Top Gun: Maverick Volandia

Provare, allenarsi, riprovare e sognare

Top Gun è anche un gran film sportivo. In entrambe le storie, quella del primo e del secondo film, conta moltissimo l’allenamento, il fattore umano e la competizione tra piloti. A Volandia si può provare l’emozione di portare un jet al decollo e lo stress dell’atterraggio grazie ai simulatori di volo. Per rompere la barriera del suono stando comodamente in poltrona, circondati da un abitacolo realistico e preciso. Un’addestramento da piloti che viene voglia di provare (non c’è Tom Cruise che costringe a fare 100 flessioni in caso vada male). 

Scoprire l’edizione home video di Top Gun: Maverick in un luogo come questo fa riflettere su quello che i film di intrattenimento possono fare sugli spettatori. Spesso si dimentica che quello che chiamiamo entertainment, se ben fatto, può diventare qualcosa di più di un semplice modo per trascorrere il tempo. Tutti gli amanti di cinema hanno almeno un film che ha fatto scoprire una passione, un lavoro desiderato (quanti con Indiana Jones e Jurassic Park, ad esempio?) o hanno semplicemente fatto venire voglia di saperne di più. 

Un buon film può pertanto essere una scintilla, un’ispirazione che resta nella mente e nella fantasia. È altresì importante che ci siano luoghi in cui mantenere accesa la fiamma e alimentarla. In fondo, se abbiamo compiuto grandi imprese nello spazio è perché qualcuno, in un momento nel tempo, nel buio della sua camera, ha sognato di camminare sulla luna. 

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