Dopo aver vinto la Palma d’Oro allo scorso Festival di Cannes, Triangle of Sadness (LEGGI LO SPECIALE) ha ottenuto 3 nomination agli Oscar, tra cui quella per miglior film e miglior regista (Ruben Östlund).

In un’intervista con The Hollywood Reporter, Östlund ha raccontato quali sono state le principali sfide della realizzazione del film, che si ambienta prima su uno yacht di lusso e poi su un’isola deserta dove i protagonisti naufragano. Ecco le sue parole:

Una di queste [sfide] era che lo yacht era estremamente costoso. Ogni giorno era stressante per tutti coloro che si occupavano della produzione, con l’aggiunta della pandemia. Mentre giravamo ogni giorno, ci stavamo avvicinando sempre di più al lockdown, e in pratica siamo riusciti ad arrivare all’ultimo giorno di riprese prima che la Grecia entrasse in lockdown. Se fosse successo due giorni prima, non saremmo riusciti a finire il film, perché avevamo speso gli ultimi soldi che avevamo per affittare quello yacht.

Parlando poi della reazione del pubblico al film, il regista si sofferma in particolare sulla lunga scena del vomito, che ha destato molto scalpore. Ecco come è stata girata:

Abbiamo costruito l’interno dello yacht su un giunto cardanico. Eravamo in studio quando abbiamo girato la scena del vomito. Abbiamo trascorso nove giorni su questo giunto, e la barca [il set] dondolava continuamente, per otto ore al giorno. Alcuni membri della troupe si sono ammalati, ma poiché vengo da un’isola [Styrsö in Svezia], sono abituato a stare sull’oceano. Per me è stato un caos totale girare perché non avevo il controllo. Alcuni dei liquidi corporei che si vedono nel film sono reali. Non vi dirò quali scene contengono veri liquidi corporei, ma una delle attrici, Sunnyi Melles, aveva la capacità di provocarsi il vomito da sola. Abbiamo anche usato il sapone alla rosa canina e gli effetti visivi.

Trovate tutte le informazioni su Triangle of Sadness nella nostra scheda.

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FONTE: THR

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