Nel corso delle ultime settimane si è molto parlato di una recensione di Promising Young Woman (Una donna promettente) pubblicata da Variety che ha scatenato le reazioni della protagonista Carey Mulligan e dell’opinione pubblica. Ora l’associazione dei critici americani contesta il provvedimento preso dalla testata, che ha deciso di modificare la recensione inserendo un disclaimer.

Andiamo con ordine. La recensione in questione è stata scritta da Dennis Harvey nel gennaio 2020, quando il film venne presentato al Sundance. Dieci mesi dopo, a dicembre, la protagonista Carey Mulligan ne ha criticato un passaggio in un’intervista sul New York Times:

“Ho letto la recensione di Variety, perché sono debole,” dice la Mulligan, “E dissento”. Si interrompe, indecisa se parlarne o meno. “Ho avuto l’impressione che dicesse che non ero abbastanza bella per essere in grado di mettere in moto questo tipo di stratagemmi.”

Sebbene Una donna promettente abbia raccolto pareri molto positivi al Sundance, Variety sembra perplesso dal film e suggerisce con fermezza che la Mulligan non sia stata la scelta adatta. “Margot Robbie è tra i produttori, e qualcuno potrebbe (forse troppo facilmente) immaginare che il ruolo sia stato pensato per lei in un primo momento,” si legge nella recensione. “Quando invece questa attrice nei panni di Cassie indossa i suoi abiti per adescare come dei brutti travestimenti; perfino i suoi lunghi capelli biondi sembrano una messa in scena”.

La Mulligan ricorda ancora a memoria alcuni passaggi di quella recensione. Ma afferma che “Non si trattava di qualcosa che mi ferisse l’ego – insomma, sono assolutamente consapevole del fatto che Margot Robbie sia una dea”. Quello che la infastifisce è che le persone potrebbero leggere una critica di alto profilo sull’aspetto fisico di un’attrice e accettarla senza battere ciglio: “Mi ha fatto impazzire. Mi sono dett: ‘Davvero? Parlando di un film come questo scriverete qualcosa di così esplicito? Ora? Nel 2020?’ Non potevo crederci.”

Le affermazioni dell’attrice hanno scatenato un putiferio che lo stesso Variety ha cavalcato proponendo una conversazione tra Zendaya e la Mulligan nella quale l’attrice è entrata maggiormente nel dettaglio di ciò che l’ha infastidita. La storica testata di cinema ha poi deciso di aggiungere questo disclaimer prima della recensione (quasi un anno dopo averla pubblicata):

Variety si scusa sinceramente con Carey Mulligan e si rammarica del linguaggio insensibile e delle insinuazioni nella recensione di Una donna promettente che hanno minimizzato la sua audace interpretazione.

La cosa ha gettato nello sconforto il critico Dennis Harvey, divenuto bersaglio sui social dove ha ricevuto attacchi personali anche molto gravi e inquietanti. Intervistato dal Guardian, Harvey si è difeso:

Sono stato definito un misogino, una cosa totalmente aliena sia alle mie convinzioni personali che al mio orientamento politico. […] Non ho mai detto, né suggerito che la Mulligan non fosse abbastanza bella per la parte. Sono un omosessuale sessantenne. Non è mia abitudine riflettere su quanto un’attrice sia bella e sensuale rispetto a un’altra, figuriamoci scriverne.

[…] Margot Robbie è una produttrice del film, e l’ho citata per sottolineare quanto il casting contribuisca al contenuto sovversivo di questo film – una star associata a un personaggio come Harley Quinn potrebbe scatenare delle aspettative molto specifiche, ma la Mulligan è camaleontica e la sua interpretazione molto stilizzata tiene lo spettatore nell’incertezza sulla direzione che sta prendendo la storia.

Il dibattito è proseguito anche in questi giorni, quando la National Society of Film Critics ha preso posizione diffondendo un comunicato stampa (via AwardsDaily) per condannare la decisione di Variety di modificare la recensione inserendo un disclaimer:

Intendiamo sottolineare il nostro allarme nei confronti dello squallido trattamento riservato da Variety al nostro collega Dennis Harvey.

[…]

La Mulligan, come ogni artista, ha tutto il diritto di rispondere alle critiche nei confronti del suo lavoro, così come è nei nostri diritti sostenere che nulla nella recensione di Harvey – che si focalizza sulla presentazione stilizzata dell’attrice, non sulla sua avvenenza – giustifica le sue affermazioni. Ma il punto qui non sono le differenze tra le opinioni nel valutare un film o un’interpretazione. Quello che ci preoccupa è la decisione successiva di Variety di inserire una nota dell’editore in testa alla recensione.

[…]

Se Variety riteneva che linguaggio di Harvey nella recensione sia insensibile e insinuante, aveva la possibilità di lavorare con lui per correggerla nel processo di editing prima della sua uscita. C’erano anche diverse modalità con cui Variety avrebbe potuto riconoscere e rispondere alle critiche della Mulligan senza per questo capitolare e sminuire il suo stesso critico nel farlo. L’imposizione di un giudizio soggettivo (“la sua audace interpretazione”) come piatta prospettiva editoriale, come se fosse una questione di fatti indiscutibili anziché di opinioni, è particolarmente inappropriata. Riteniamo che la nota dell’editore andrebbe rimossa.

Come ogni tipo di giornalismo, la critica cinematografica spesso non piace alle persone di cui scrive. E, come ogni giornalista, il critico cinematografico deve ricevere il sostegno del proprio editore quando quel fastidio, spesso proveniente da persone più potenti di qualsiasi giornalista, viene espresso – in particolare quando quell’editore afferma di fare informazione sull’industria popolata da queste persone così potenti. È spaventoso che, in questo caso, Variety abbia deciso di mettersi dalla parte di quel potere anziché supportare il proprio giornalista.

Vi ricordiamo che Una donna promettente uscirà in Italia con Universal Pictures: al momento la distribuzione è fissata per marzo. Il film, diretto da Emerald Fennell, è nominato a quattro Golden Globe, uno dei quali per l’interpretazione di Carey Mulligan.

 

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