L’ultima volta che Jason Voorhees ha dato sfogo alla sua rabbia è stato nel 2009 nel film reboot della saga Venerdì 13 diretto da Marcus Nispel. Da lì in poi il silenzio. Il male è stato sconfitto? Non proprio, semmai è andato in tribunale.

Lo stop allo sviluppo di nuovi progetti è infatti dovuto a una disputa sui diritti del personaggio che vede coinvolti Sean S. Cunningham, il regista e produttore del film del 1980 e Victor Miller, lo sceneggiatore della prima pellicola.

Il tira e molla per assicurarsi i diritti sul personaggio di Jason e della saga di Venerdì 13 si sono accesi dopo la scadenza del precedente copyright. Le due parti sembrano però ancora ben lontane dal trovare un compromesso, stando a quanto racconta Larry Zerner, un avvocato specializzato nell’entertainment. L’aria di battaglia all’orizzonte non si è ancora placata.

A che punto siamo

Eppure la questione si sarebbe dovuta risolvere un anno fa, con la sentenza in favore dello sceneggiatore. Invece di chiudere la faccenda, la decisione della corte ha complicato il tutto. Il tribunale ha infatti dato ragione a Miller, concedendogli i diritti per i personaggi associati con l’originale Venerdì 13 e lo script. La sceneggiatura è stata riconosciuta come proprietà intellettuale non prodotta da un ingaggio. Nel pacchetto però ci sono delle lacune importanti. Il copyright a lui attribuito non comprende infatti l’uso del titolo e di tutto ciò che è stato creato nei sequel.

La faccenda qui si complica, dato che il personaggio indossa la sua iconica maschera solo a partire dal terzo capitolo. Oggi però l’oggetto è così legato a lui da definirlo ed essere quasi essenziale per comunicarlo al pubblico.

Se dovesse esserci un nuovo film, Jason – al momento – non potrebbe indossare la sua iconica maschera né mettersi in continuità con gli altri capitoli (remake complesso). E non è finita: il film, che non potrà intitolarsi Venerdì 13, non potrà avere nemmeno la versione adulta, più nota al grande pubblico, dell’assassino di Crystal Lake. 

Inoltre la precedente sentenza vale solamente per la legge sul copyright degli U.S.A, e non si applica per i mercati esteri. Questo significherebbe per uno studio che decide di produrre il film di poterlo distribuire solo negli States, non all’estero.

Senza titolo, maschera e senza una importante fetta di mercato, rientrare nei costi diventa un’impresa se non impossibile per lo meno contro ogni logica commerciale. 

I possibili scenari futuri per la saga di Venerdì 13

Come dicevamo, anche dopo la sconfitta Sean S. Cunningham non è ben disposto e si è detto pronto a combattere se Miller decidesse di fare comunque un film con Jason adulto. Ad oggi, il futuro della saga sembra particolarmente incerto. Gli avvocati coinvolti non si sbilanciano, dicendo che c’è un 50\50 di possibilità che la situazione si sblocchi nei prossimi anni.

Lo scenario più probabile è quello di ottenere la licenza per fare una serie televisiva su Crystal Lake. Un prequel che possa raccontare le gesta e le origini dell’iconico personaggio senza andare troppo oltre ed evitando tutti gli elementi che hanno definito i sequel. 

Potrebbe intervenire anche la star del basket LeBron James, che è notoriamente un grande fan del personaggio. Con la sua società di produzione, SpringHill, ha annunciato di voler produrre il reboot, ma anche lui si trova con i nodi di cui sopra da sciogliere.

Infine, l’ultima possibilità, dice scherzosamente Zerner, è aspettare che tra 53 anni il personaggio diventi di pubblico dominio allo scadere del copyright.

Jason riuscirà anche questa volta a resuscitare e tornare a mietere vittime? Probabilmente non prestissimo. I cittadini di Crystal Lake possono stare tranquilli. Gli appassionati di horror no.

Fonte: CNN

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