Rubrica a cura di Colinmckenzie

Cosa pensi dei risultati di A Natale mi Sposo?
E’ un bel film, molto comico e sentimentale nello stesso tempo, non volgare. E’ stato un successo al box office e molto apprezzato dal pubblico, una gradita sorpresa soprattutto per Medusa, in quanto andavamo contro un competitor di fama mondiale quale Harry Potter, così come il cartone Rapunzel e nella seconda settimana del film di Woody Allen. Fin dal primo weekend, abbiamo ottenuto un risultato superiore di circa 1.000 dollari a sala rispetto ad Harry Potter, che vantava anche il doppio delle copie. Così, dopo il successo di Benvenuti al sud e Maschi contro Femmine c'era ancora un forte interesse per una commedia che come tradizione anticipa il Natale, una sfida che ci ha premiato ancora una volta. Vorrei anche precisare che, per problemi legati alla preproduzione, abbiamo a malincuore saltato la data del 27 novembre 2009 (poi presa dal primo film di Zalone). In questa pausa abbiamo avuto il tempo di  riorganizzare la nostra famiglia con numerosi cambiamenti, cominciando dal regista e dagli sceneggiatori. Così, abbiamo dato fiducia al giovane e bravo Paolo Costella, che con Bomprezzi e Falcone ha firmato la sceneggiatura, entrando così nella cinquina dei nuovi registi della commedia italiana. L'unica cosa che dico, senza polemica ma solo perché è un dato di fatto, nonostante il fine settimana precedente avessimo ottenuto ottimi risultati, con l’uscita dei film natalizi il 17 Dicembre, il film è rimasto solo con 130 copie, spesso con un solo spettacolo alla sera o al pomeriggio. Un vero peccato, perché avremmo potuto fare ancora di più. Comunque, è andata molto bene e in definitiva l'incasso reale dei dati SIAE è superiore del 15% rispetto agli 8,2 milioni che ci vengono assegnati dai dati di Cinetel. Chissà, se fossimo usciti a Natale, forse avremmo dato filo da torcere a tutte le commedie in programma. Probabilmente paghiamo ancora il risultato un po' deludente di Olè, il mio primo film dopo la separazione con De Sica, che probabilmente ha scontato un titolo e una storia che poco avevano a che fare con il Natale, ma che comunque fu il secondo incasso di quelle feste.

Come nascono le tue storie?
Alla base, c'è quasi sempre una mia idea, si parte dal lavoro del mio personaggio. Poi viene sviluppata da un team di sceneggiatori, alcuni più esperti, altri più giovani, con un processo democratico che poi ovviamente viene quasi sempre modificato sul set. Io mi ispiro molto alle vecchie commedie anni 50/60, come Poveri ma belli, Totò Peppino ed i giovani d’oggi, I soliti Ignoti, insomma quelle che avevano dietro grandi sceneggiatori come Steno, Monicelli, Age, Scarpelli, Benvenuti e De Bernardi, Scola, Corbucci, senza dimenticare i miei grandi amici, i fratelli Vanzina. Alla fine, sono titoli che volevano lanciare un messaggio positivo e di speranza, ma soprattutto sempre attuali e vicini alla realtà. Ovviamente, ho come riferimento i grandi comici del passato, come Jerry Lewis, Louis de Funès e ovviamente Totò, il più grande di tutti. Il mio cinema è questo da più di trent’anni e credo che il mio compito non sia quello di seguire l’onda del momento, ma rimanere fedele al pubblico che mi ha amato in questi anni.

A questo proposito, che indicazioni hai avuto dalla tournée in Italia che hai fatto negli scorsi mesi?
Intanto, ho avvertito un grande amore da parte del pubblico, in cui mi è capitato di baciare tutti, ma anche di vedermi strappati i pochi capelli che mi rimangono o anche ricevere tastate sulle palle. E poi, ho notato una cosa interessante: gli spettatori erano soprattutto giovani e bambini, con un'importante presenza femminile, mentre non c'erano molte persone della mia età, se non papà o nonni che portavano i loro piccoli. Questo significa riuscire a parlare soprattutto alle nuove generazioni, che probabilmente mi vedono come un cartone animato senza sesso, una garanzia insomma. Il problema per me è come esplorare il mio personaggio a questa età e come presentarsi al pubblico, una questione che ha dovuto affrontare anche Sordi. Dopo i sessanta anni, è importante capire che alcune gag magari non funzionano più e bisogna trovarne di appropriate, come le storie e così via.

Cosa pensi del successo di Zalone?
Checco Zalone, un nome una garanzia. Luca Medici è il vero volto nuovo nel panorama del cinema del nostro paese, lo tsunami per eccellenza e ha spiazzato tutti. E’ lui il nuovo millennio, un po’ in ritardo ma è lui. Zalone ho avuto modo di conoscerlo di sfuggita, penso sia una persona umile e intelligente, è molto bravo, ma ancora non ci crede, lo si legge nei suoi occhi, ecco perché è amato da tutti. Si fa volere bene perché è uno vero, il ragazzo ha la strada spianata davanti a lui, ma non deve cedere alle sirene del cinema, che sono pericolosissime. Comunque è anche autore con il suo regista e peraltro, a differenza di Benvenuti al sud, che è un remake di un film francese, quello di Zalone è un'idea originale, merito tutto suo. Ci sono passato anche io nel 1984 e credo che bisogna fare attenzione, evitando che questo successo diventi un boomerang per tutta l'industria, visto che ora qualsiasi film in uscita difficilmente potrà superare l’exploit di Zalone. Per l’immediato futuro, non vorrei che ci trovassimo di fronte a un numero infinito di commedie sulla scia di questi ultimi successi tra nord e sud e così via. Ricordo però che nel 1989 io con Neri Parenti presentammo al cinema Fratelli D’Italia, che già diceva tutto, il soggetto era quello. Poi per anni la coppia Boldi e De Sica ha rappresentato Nord e Sud, anzi, centro sud.

Quali sono le tue pellicole che ami maggiormente? E non hai mai pensato di riprendere il tuo personaggio di Fratelli d'Italia, il tifoso milanista che deve far finta di essere 'lupachiotto'?
Se dovessi fare una classifica, direi Sognando la California, Natale sul Nilo e Vacanze di Natale 95. Per quanto riguarda il ragioniere Carlo Verdone di Fratelli D’Italia, in un certo senso ci abbiamo riprovato con Tifosi, ma non ha avuto il medesimo impatto, anche sa ha ottenuto un buon incasso.

Cosa pensi delle discussioni sulla volgarità al cinema? E ti vedremo nei prossimi anni in un ruolo drammatico?
Credo che tante di queste polemiche siano di natura politica. E’ sempre stato così, leggiamo le biografie per fornire un giudizio, per cui un 'vaffa' o una parolaccia dipende molto da chi lo dice e da chi lo sostiene. Credo che dovremmo tutti rilassarci maggiormente e goderci quello che è solo un modo di divertirsi seguendo l’onda della vita. Non vedo invece la necessità, in questo momento, di uscire dalla comicità, che è il mio terreno naturale. Qualcuno mi diceva che è arrivato il momento giusto per me di fare qualcosa come Il Cappotto di Gogol, ma io preferirei realizzare un remake di alcuni film tratti dai libri di Piero Chiara, come La stanza del vescovo, Venga a prendere il caffé da noi e Il cappotto di Astrakan, film che mi piacevano molto.

Quali pensi siano le differenze tra i comici attuali e quelli della tua generazione?
Noi siamo cresciuti con la palestra e l'esperienza del Derby Club di Milano con grandi nomi come Jannacci, Pozzetto e Villaggio, Luzi, Andreasi, Toffolo. Cercavamo di ispirarci a personalità come i grandi comici del passato, mentre la cosa divertente è che adesso i nuovi comici si ispirano a noi. Per esempio, le parodie dei cantanti che hanno reso popolare Zalone, erano un'idea di Teo Teocoli, che tutt’ora è impegnato con la parodia di Lucio Battisti. E un punto di riferimento sono state trasmissioni come Se non lo sapessi, ma lo so e ovviamente il Drive In, che è il precursore di Zelig. Il problema ora è che, quando fai dei provini, ti trovi di fronte a persone magari molto carine ed eleganti, ma che hanno problemi a mettere due parole in fila. E poi diciamolo, chi ha talento, lo dimostra e lo mantiene nel tempo.

Quali sono i tuoi film preferiti, del passato e attuali?
Io ho collezionato più 900 pellicole sia in 35 che in 16 mm, collezione che poi ho regalato alla Cineteca di Milano, in cui c'erano peplum, western, film canterini e tante chicche, come la pellicola incompiuta con Marilyn Monroe presentata da Rock Hudson, due versioni di Biancaneve (in bianco e nero e a colori) e Moby Dick. Tra i film del 2010 che mi sono piaciuti di più, posso citare Avatar, Inception e Baciami ancora, visto che amo molto il cinema di Gabriele Muccino.

Cosa ci dobbiamo aspettare per il 2011?
Siamo in fase di scrittura del prossimo film. Sono molto indeciso su chi scegliere nel ruolo di mia figlia tra Fiammetta Cicogna ed Elena Santarelli. La cosa bella è che le interessate non sanno nulla del mio interesse…

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