Thor Freudenthal è un nome che al grande pubblico italiano dice ancora molto poco, a parte richiamare una nota divinità della mitologia norrena resa celebre dai fumetti e dai film targati Marvel. Eppure questo quarantenne regista berlinese trapiantato negli Stati Uniti fin dai tempi del college, è l'occhio dietro il mirino della macchina da presa del primo Diario di una Schiappa, uno dei casi cinematografici più interessanti di questo inizio millennio.

Basato sul primo libro scritto da Jeff Kinney, uscito nei cinema con un investimento marketing pari a zero e realizzato con un budget produttivo di appena 15 milioni di dollari, Diary of a Wimpy Kid ha fatto arrivare nelle casse della 20Th Century Fox ben 118 milioni di dollari.

Regista e major, dopo la proficua esperienza avuta con questo autentico sleeper hit, hanno deciso di dare vita a una nuova collaborazione con Percy Jackson e gli Dei dell'Olimpo – Il Mare dei Mostri, il secondo capitolo delle avventure cinematografiche del semidio nato dalla fantasia di Rick Riordan.

Un regista col nome del Dio del Tuono che si ritrova a raccontare le peripezie del figlio mezzosangue di Poseidone.

Nel corso della nostra corposa chiacchierata con lui abbiamo parlato anche di questa bizzarra casualità.

 

D: Per prima cosa, sono davvero contento di poter parlare con te: adoro il franchise di Wimpy Kid, specie il primo episodio da te diretto, così divertente e sagace. Parlando di Percy Jackson, partirei con una domanda che, magari, potrebbe sembrare un po' bizzarra. Considerando che il tuo nome di battesimo, Thor, deriva dalla mitologia norrena questo film non può essere letto come una naturale evoluzione della tua carriera anche se qua si parla di mitologia greca?

R: Beh si possiamo dire che visto come mi chiamo mi sono sentito più a mio agio in questo ambiente (afferma ridendo, ndr.). Ho capito subito quello di cui la pellicola aveva bisogno: scene spettacolari, dense di effetti speciali. Il tutto senza andare a perdere di vista la parte più importante, ovvero il cuore del film, della storia. E se a ciò ci colleghiamo anche il discorso del mio nome, tutto diventa anche più emozionante! Quindi, se vogliamo vedere in ciò una sorta di predestinazione, lasciamo che sia così.

 

D: Come sei stato coinvolto in questo franchise?

R: E' successo che il primo episodio mi era piaciuto particolarmente e, inoltre, avevo già fatto un film con la 20Th Century Fox. Ci siamo trovati molto bene a lavorare insieme e, curiosamente, il mio lungometraggio, Wimpy Kid, è stato girato in contemporanea al primo Percy Jackson. Quando hanno deciso di produrre il sequel mi hanno mandato in visione la sceneggiatura e poi si è trattato di dare vita a una reunion con le persone che si erano già impegnate nella realizzazione del Ladro di Fulmini. Inoltre nel mentre mi sono anche accostato ai libri di Percy Jackson che mi sono proprio andati a genio. Per cui mi hanno semplicemente domandato se mi andava di girarlo e ho accettato perché mi adoro i film fantasy, i film d'azione, ma, aspetto più importante, ho deciso di salire a bordo perché questa serie ha davvero un grande cuore, un sacco di humor. Se leggi i libri della saga, non puoi non notare questa specie di atmosfera all'insegna dell'irriverenza che pervade le pagine e ho pensato che poteva diventare una qualità di primo piano del film. Ed è quello che, fondamentalmente, ho cercato di fare.

 

D: Possiamo dire che sia Il Diario di una Schiappa che Percy Jackson raccontano entrambi il percorso di maturazione dei rispettivi protagonisti?

R: Si, hai perfettamente colto il bersaglio. Ed è anche abbastanza curioso che tu abbia evidenziato subito questo parallelo che, in realtà, si è reso palese ai miei occhi solo di recente. Il protagonista di Wimpy Kid si ritrova in questo nuovo ambiente, le superiori, e cerca di farsi un nome tutto da solo. Cerca di definire il proprio sé sia per gli altri che per sé stesso. Con Percy Jackson accade qualcosa di analogo. E' chiaro: lui deve far fronte ad accadimenti di più grave entità, e si ritrova ad avere un padre che è letteralmente un dio. Quindi il tema del film è: come posso condurre la mia esistenza a fronte di questo legame di partentela così “larger than life”. Con dei genitori così “importanti”, capaci di gettare un'ombra sulla tua esistenza, come puoi riuscire a restare ancorato a terra? Per cui sia Wimpy Kid che Percy Jackson, a prescindere dalle differenze delle loro rispettive situazioni personali, devono far fronte a una comune sfida: imparare a fidarsi e confidare nella loro propria forza e credere in questa e in sé stessi.

 

D: E' stati stimolante il raccogliere l'eredità di un filmmaker sensazionale come Chris Columbus? E riguardo allo stile del filmmaking, qual è la più grande differenza fra te e Columbus?

R: Sai, per parlare delle differenze nel filmmaking dovrei dare uno sguardo tanto approfondito quanto analitico al tutto. Per prima cosa, lavorare a questo sequel è stato un vero e proprio onore. Sono cresciuto con i film di Chris Columbus. Come puoi non amare Mamma ho Perso l'Aereo, Mrs. Doubtfire. Sono un grande fan delle sue opere, Harry Potter incluso ovviamente. Poterlo incontrare durante la lavorazione di Percy Jackson e il Mare dei Mostri è stato accostabile a quelle esperienze extracorporee.

Se dobbiamo parlare delle differenze fra me e lui… Chris con Il Ladro di Fulmini ha dovuto porre le basi di questo mondo, stabilirne le regole di base, introdurre i personaggi. Un lavoro di non poco conto. Nel sequel ho avuto modo di prendere questi elementi e giocare con essi, espanderli, aggiungere umorismo, esplorare maggiormente le relazioni fra i protagonisti. Per me si è trattato di un lusso. Un'altra cosa che abbiamo fatto con questo nuovo film è prendere una parte della mitologia presente nei libri e di cui i fan sono ben consapevoli e l'abbiamo resa parte integrante di questo film. Abbiamo reintrodotto la storia di Campo Mezzosangue, raccontato quella di Talia. Ci siamo divertiti e il mio obbiettivo principale è stato quello di dipingere un quadro dalle dimensioni più amplie. Un passaggio molto importante per la storia di questo film.

 

D: Hai menzionato Harry Potter, quindi mi viene naturale domandarti, qual è la tua opinione in merito al successo ottenuto da questi imponenti blockbuster basati su franchise letterari così articolati?

R: Di sicuro c'è l'elemento costituito dal camminare e muoversi in un mondo magico, che attrae gente come me e te. Poi c'è anche la questione del prendere un personaggio che è uno sfigato, un looser, un underdog e far si che, una volta inserito in questo nuovo contesto, si ritrovi a scoprire di avere dei poteri inaspettati. Suppongo sia questo che attira maggiormente il pubblico verso storie come quella di Percy Jackson o Harry Potter. Ma è un discorso valido anche per i supereroi o tutti quei franchise dove la debolezza di qualcuno diventa la sua più grande forza. Tutti noi sognamo qualcosa del genere. Percy è dislessico, ha un disturbo dell'attenzione, ma significa che è del tutto abile con un altro genere di linguaggio e non è neanche consapevole di questo. E' la nostra aspirazione. Che le nostre debolezze possano nascondere una forza dietro di esse.

 

D: Diario di una Schiappa è stato prodotto con un modesto budget e zero marketing ma si è trasformato in un notevole successo. Percy Jackson e il Mare dei Mostri è accompagnato da tutto quel bagaglio di materiali tipico dei blockbuster: teaser, trailer, featurette, poster di ogni tipo. Come ti poni in relazione al moderno marketing cinematografico?

R: Mi piace molto, anche per via del mio background alla scuola d'arte. Ho fatto io stesso un sacco di disegni e di storyboard per Percy Jackson. Ho fatto un po' di ciò anche per Diario di una Schiappa. Avendo di mio un'educazione visiva di questo genere, ho davvero apprezzato il lavoro artistico del nostro dipartimento marketing. Poi erano perfettamente a conoscenza di come “vendere” il nostro film al meglio. Naturalmente c'era un feedback fra di noi, indicazioni su cosa far vedere, sul colore da utilizzare per il logo. Per quanto possibile, ho tentato di restare il più possibile coinvolto anche in questo processo.

 

D: Cosa puoi dirci degli effetti speciali del film? E' stato complicato girarlo?

R: In Percy Jackson ci sono tanti effetti speciali e un mucchio di stunt e mi è piaciuto molto avere a che fare con queste cose, anche perché ho esperienza anche in materia di animazione per cui riuscivo a lavorare alle scene in questa modalità “frame-by-frame”. Mi ha aiutato molto per questo lungometraggio in cui ho dovuto spesso combinare elementi in live action con altri inesistenti, creati al computer. Riuscire a immaginare, a focalizzare prima nella testa come integrare il tutto è molto utile. Abbiamo naturalmente effettuato moltissime previsualizzazioni per far si che le scene funzionassero anche dal punto di vista “meccanico”. In tutti questi segmenti movimentati è fondamentale non perdere mai di vista i personaggi, quello che stanno facendo. Non devi dimenticare anche in passaggi come questi che stai raccontando l'avventura di alcune persone che tentano di sfuggire a una situazione pericolosa. Ma in mezzo a tutte questi elementi da tenere d'occhio, la sfida più grande è sempre quella del non perdere di vista la componente umana del film, che è formata dagli attori.

Il film è stato scritto da Scott Alexander e Larry Karaszewski e diretto da Thor Freudenthal (Diario di una schiappa, Hotel Bau). Chris Columbus, che aveva diretto il primo film, è tornato in veste di produttore.

Nel cast oltre a Logan Lerman, Alexandra Daddario, Brandon T. Jackson anche Stanley Tucci, Antony Head, Nathan Fillion, Douglas Smith, Leven Rambin, Missi Pyle, Yvette Nicole Brown, e Mary Birdsong.

La trama:

La vita di un semidio a New York non è sempre facile, e quella di Percy Jackson è diventata una vera impresa da quando ha scoperto di essere figlio di Poseidone e deve trascorrere tutte le estati al Campo Mezzosangue, insieme ai suoi simili. Ma ora il campo è in grave pericolo: l'albero magico che lo protegge è stato avvelenato e non riesce più a difenderlo dalle invasioni dei mostri. Solo il Vello d'Oro può salvarlo! Ma è custodito su un'isola da Polifemo, nelle acque tumultuose del Mare dei Mostri. La missione è affidata alla figlia di Ares, ma Percy non può certo restarsene con le mani in mano… anche perché il suo satiro custode Grover è nelle grinfie di Polifemo! Accompagnato dalla fedele Annabeth e dal nuovo amico ciclope Tyson, Percy dovrà intraprendere un viaggio per mare e affrontare le mille insidie che nasconde, dalla maga Circe al canto delle sirene. E come se non bastasse, la profezia dell'Oracolo si complicherà… Chi sarà, tra i figli dei tre Grandi, a tradire gli dei dell'Olimpo?

Il film è uscito il 7 agosto 2013 negli USA, il 12 settembre arriverà in Italia, anche in 3D.

Quanto attendete il film? Potete dircelo votando il box BAD Hype! nella scheda.