Inizia come un film di Wes Anderson e finisce come un Folk horror metafisico. Parliamo di Fishman, un cortometraggio con protagonista un giovane corriere che deve consegnare un pacco sull’isola di Procida, ma quando giunge sul posto è costretto a fare i conti con uno scenario perturbante e minaccioso. Per presentarlo, i due registi, Nicolas Spatarella e Raffaele Rossi, insieme all’attore protagonista, Filippo Scotti (il Fabietto di È stata la mano di Dio), sono stati ospiti del nuovo appuntamento del BAD TIME con Francesco Alò. Amici da lungo tempo, Spatarella e Rossi hanno frequentato assieme l’Accademia delle Belle Arti di Napoli e hanno conosciuto Filippo Scotti grazie a un amico comune. Il progetto di Fishman (per cui la coppia si è occupata anche di sceneggiatura e montaggio) nasce dal:

Desiderio di differenziarci completamente rispetto dall’impostazione teatrale del nostro primo lavoro, girato in unica location e con tanti dialoghi. Con questo film invece volevamo fare qualcosa di più cinematografico, lavorando sui silenzi, sull’aspetto visivo e confrontandoci con un genere, l’horror, che amiamo molto. Per questo, abbiamo in particolare fatto leva sul colore: nella prima parte prevale il rosa, associato al protagonista per dargli un valore iconico e farlo entrare in simbiosi con il luogo, che è molto fiabesco; nella seconda, ambientata in luoghi bui e dismessi, prevale il blu.

Parte del fascino del film deriva infatti anche dalla particolare location scelta, una Procida resa nei suoi aspetti più terrificanti. “La fase di ricerca delle location e quella di scrittura sono andate di pari passo: ad esempio quando abbiamo visitato approfonditamente Palazzo d’Avalos, dove si svolge la seconda parte, abbiamo completamente rivisto le scene decidendo di ambientarle lì. Questa zona del resto si presta molto alla mitologia horror, e ci sono molti luoghi da esplorare: un altro momento del film si svolge in un ex ospedale psichiatrico dove tutto è rimasto tale e quale a quando era aperto“.

L’intreccio sembra trasmettere l’idea di un’odio nei confronti del contemporaneo e di un desiderio di ritorno all’arcaico, attraverso un percorso di annichilimento del protagonista. Una riflessione sull’attuale condizione giovanile:

Volevamo ragionare su quanto un giovane rider si possa spingere verso qualcosa di misterioso e su quanto le cose semplici, come consegnare un pacco, si possano trasformare in complesse. Questo è un aspetto tipico della nostra generazione: andare incontro a compiti e traguardi che appaiono irraggiungibili, imbarcarsi in una ricerca che pare non avere mai fine. Abbiamo anche cercato di trasmettere la sensazione che prova il protagonista di essere sempre controllato, e la sua conseguente ansia da prestazione, ricorrendo a angoli inusuali dell’inquadratura, come se la macchina da presa lo stesse costantemente spiando.

Aggiunge Scotti: “I colori accesi che accompagno il personaggio ne rendono l’animo potenzialmente luminoso ma annebbiato dalla routine. Ha sempre fretta, sente di non avere mai abbastanza tempo, e comincia a fare scelte razionali solo da quando è esausto: una presa di coscienza non sana ma che lo porta a respirare, a vivere veramente in un’altra forma”.

Dopo questa esperienza, Spatarella e Rossi vogliono tornare all’opera: in merito alla possibilità di trasformare il loro corto in lungometraggio, hanno ammesso di “stare lavorando allo sviluppo di Fishman nelle sue forme e possibilità”.

Durante la diretta. è stato anche trasmesso l’intero cortometraggio: lo potete rivedere collegandosi a questo link, è necessario abbonarsi al nostro canale Twitch: potete farlo anche gratuitamente utilizzando il vostro Prime Video cliccando qui!

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