La recensione di Pantafa, al cinema dal 30 marzo
Fino a che non decide di mostrare tutte le sue carte, Pantafa è un folk horror talmente affascinante, ma soprattutto talmente giusto, che è frustrante arrivare in fondo e vedere tutto questo coraggio evaporare sull’altare del minimo comune denominatore della paura. Il nuovo film di Emanuele Scaringi, ambientato in un Abruzzo ipotetico (ma girato in realtà in Lazio) e circondato dal nulla ma non per questo meno reale o familiare, è comunque un altro traguardo che raggiungiamo lungo la faticosa strada che in Italia il cinema di genere sta percorrendo per rimpadronirsi del nostro territorio e delle nostre tradizioni, e far vedere al resto del mondo che le nostre streghe e i nostri mostri non valgono meno dei soliti troll, vampiri e lupi mannari; peccato davvero che si fermi a un passo dal trionfo.
La pantafa, o pantafica, o una delle tante altre versioni locali del termine, è un incubo. È uno spettro che vien di notte, con l’aspetto di una...
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