Capita, spesso per puro caso, che alcuni film raccontino con la loro storia la propria genesi. Quella di The Flash è stata particolarmente travagliata. Un continuo alternarsi di prove ed errori, passi in avanti e progetti scartati. C’è stato poi il problema Ezra Miller: entrato nel progetto come star, è diventato una ferita quasi mortale per l’intera produzione, per via dei suoi trascorsi con la legge. Incredibilmente il film di Andy Muschietti parla proprio di questo: di un eroe che deve confrontarsi con la versione idealizzata di sé. Di un universo (un progetto) che va plasmato attraverso l’accumulo di esperienze, di idee, e di cose imparate a ogni tentativo.

L’impresa non era facile. I compiti sulle sue spalle erano molteplici. All’interno dell’universo DC il film si posiziona come un crocevia importante per tirare le somme prima del reset. È da applausi quindi il tono scelto per questo megaevento che, invece che appesantire, alleggerisce. The Flash è infatti lontanissimo dal...