C’è speranza per Underworld. L’ha detto Len Wiseman, regista e creatore della saga. Sono già passati 20 anni dal primo film. È invecchiato? Sì, ma non solo per il motivo per cui la maggior parte dei film invecchia. Il problema di Underworld è stato paradossalmente l’essere avanti di qualche anno e saper anticipare le mode cinematografiche. I vampiri e i licantropi sono stati in guerra prima che Stephenie Meyer ne scrivesse in Twilight. Eppure una delle domande più poste al regista nei comic-con è se Underworld sia nato con l’intento di fare una versione più oscura di Twilight. “No al contrario”, risponde di solito Len Wiseman, “sono loro che ne hanno fatto una versione romantica e lucente”. 

Passati i due decenni di vita ci sarà modo di riportare su qualche schermo Selene, i Lycan e i vampiri? Wiseman garantisce che, anche se non può svelare come, la saga ha un futuro! (LEGGI QUI PER SAPERNE DI PIÙ). 

Come è nato Underworld?

Agli inizi del 2000 Wiseman era al termine di un lungo periodo di gavetta. Era stato sul set di Stargate, Godzilla, Independence Day per imparare i trucchi del mestiere. Aveva sviluppato il soggetto insieme all’amico Kevin Grevioux e lo stunt-man poi diventato sceneggiatore Danny McBride. Si beccarono diversi rifiuti. Il regista riceveva le offerte per acquistare la sceneggiatura, ma era determinato a fare il suo salto ed esordire con la prima regia.

Il rifiuto più cocente arrivò dalla Dimension, la divisione della Miramax specializzata in film di genere. Lo studio cercava una sceneggiatura per fare un film sui lupi mannari. Mentre lavoravano alla proposta capirono di avere bisogno di un rivale che appartenesse al mondo dei mostri. I vampiri erano perfetti. Con grande sorpresa scoprirono che questa rivalità non veniva trasposta al cinema sin dai tempi dei mostri classici. Sicuri di riuscire a fare colpo costruirono così l’impalcatura della storia intorno a quella di Romeo e Giulietta.

Wiseman disegnò in prima persona le immagini di riferimento per il pitch. Arrivò ben preparato ma scartarono l’idea. Il film doveva essere solo sui lupi mannari. Il film che voleva fare Dimension divenne poi Cursed – Il maleficio, diretto da Wes Craven e scritto da Kevin Williamson. Un insuccesso commerciale. 

Underworld invece fece fruttare l’investimento di Lakeshore Entertainment lanciando un franchise e incassando 96 milioni di dollari in tutto il mondo. Il presidente Gary Lucchesi aveva ammirato il fatto che il regista avesse disegnato da sé le scene, decidendo così di dargli fiducia e permettergli di dirigerlo. Andarono a girare a Budapest con una troupe interamente anglofona. Portarono con sé 14 traduttori.

Una campagna da film di serie A

Wiseman non aveva grandi pretese. Gli importava esordire in qualche modo, anche in home video. Invece, con suo stupore, il film ricevette non solo la possibilità di giocarsela sul grande schermo, ma lo studio lo supportò nell’uscita cinematografica imbastendo una campagna promozionale da film di serie A. Nonostante il budget relativamente contenuto, Underworld aveva immagini suggestive, che riprendevano l’estetica nera e piovosa, da impermeabile e occhiali scuri (lanciata da Matrix pochi anni prima). Credendoci, ci fu un’importante campagna di affissione che aiutò il film a decollare. 

Underworld riuscì, tra alti e bassi a sopravvivere fino al 2016. La mitologia si è espansa con la supervisione di Len Wiseman, mentre lui provava in parallelo a diversificare la sua offerta con Die Hard – Vivere o morire e Total Recall – Atto di forza. Il suo prossimo impegno è sul set di Ballerina, spin-off della serie John Wick. Il tempo dirà se il futuro di Underworld avrà ancora il volto fondamentale per il suo successo: quello di Kate Beckinsale.

Fonte: EW

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