Una panoramica sulla crisi energetica e sull’impatto che sta avendo sui cinema e sull’esercizio. I problemi da affrontare, le ansie e le speranze in attesa degli aiuti.

Supereremo anche questa”. È la risposta comune degli esercenti cinematografici che abbiamo interpellato rispetto alla crisi energetica che sta investendo tutta l’Europa, battendo durissimo in Italia. In un clima di crisi generale, con la preoccupazione per la tenuta del sistema delle grandi imprese nazionali e delle famiglie economicamente più fragili, sostenere la filiera della cultura e dello spettacolo sembra solo una goccia nell’oceano. Non va dimenticato però che il mondo dell’esercizio cinematografico, come tutto quello della cultura, con la sua indubbia importanza sociale e di intrattenimento, è anche un settore che dà lavoro e che sta sopportando da tempo uno sforzo economico non sostenibile a lungo.

Come è messo il mondo del cinema?

Il settore è arrivato a questa nuova prova sfiancato da quasi tre anni di crisi dovuta principalmente a fattori esterni. Il 2019 era stato un anno positivo in termini di incassi e di prospettive. Tutto è cambiato con il lockdown e dall’alternarsi delle ondate di Covid in corrispondenza con i mesi più forti della stagione. Di conseguenza i competitive (il documento con il calendario delle programmazioni) hanno iniziato un ciclo di cambiamenti, sovrapposizioni e spostamenti di data. Tutto ciò ha reso più difficile pianificare le proprie strategie commerciali.

A questo si aggiunge ora la difficile situazione della gestione. La crisi energetica ha ampliato il costo operativo di proiezione per film: oggi restare aperti comporta un rischio non da poco. Si può non rientrare nei costi anche proiettando con un discreto numero di paganti. 

L’esperienza cinematografica è energivora: costano i pannelli led con la programmazione, le luci che danno sull’esterno della struttura (che però illuminando rinnovano e danno qualità alla via in cui sono poste) e quelle interne. Gli enormi spazi da riscaldare o raffreddare, le macchine del bar, e infine il proiettore, il computer che lo comanda, e tutto l’impianto audio. Oggi, con le bollette quasi triplicate, anche solamente iniziare una proiezione può rivelarsi un’attività in perdita. 

Una monosala come il Nuovo di Magenta, nel milanese, racconta un aumento (a parità di kilowatt) da 363€ a 1787€ tra il luglio 2021 e 2022. Il costo per proiezione – quindi solamente aprire la sala, metterla in condizione di accogliere il pubblico e far partire il film – è stato in media di 178€ di spese energetiche ad agosto.

Le bollette difficili da sostenere e la voglia di condividere le paure

Gli aiuti servono, eccome!” Racconta Umberto Parlagreco, proprietario del Multisala Iris di Messina, uno dei primi esercenti a far emergere pubblicamente il problema. Il suo stile comunicativo è molto caldo e franco rispetto al pubblico. “Ho mostrato su Facebook la mia bolletta non per lamentarmi, e nemmeno per drammatizzare o per responsabilizzare il pubblico, ma per essere onesti e trasparenti”. 

In effetti i suoi numeri hanno parlato senza bisogno di troppe spiegazioni. Il mese di luglio a Messina corrisponde al picco della stagionalità, spiega Parlagreco, là dove la stragrande maggioranza delle sale fatica per poi andare forte nei mesi invernali. Negli anni del pre pandemia il costo dell’energia nel mese oscillava tra 1800€ a 2000€. Nel 2022, con una settimana di chiusura di ferie, è arrivato un conto da pagare di circa 4000€. 

Le stesse difficoltà sono condivise in tutto lo stivale. La preoccupazione vale per i grandi circuiti. Spesso strutture dalle dimensioni importanti, con molto personale, che si trovano ad affrontare rincari senza precedenti. Questo senza che l’affluenza di pubblico sia ancora tornata ai numeri che garantivano la sostenibilità nel 2019. 

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Il Cinema in festa, la crisi energetica e il prezzo del biglietto

Una batosta che rischia di azzoppare nuovamente la lenta ma graduale ripresa a cui ha dato simbolicamente il via anche la recente iniziativa del Cinema in festa (con una scontistica sul prezzo del biglietto offerto dalle sale a 3,50€). Uno stimolo al pubblico, più che all’economia del cinema. Non porta un guadagno, ma vuole riallacciare un rapporto di fiducia tra spettatore e grande schermo.

Inizialmente ero molto scettico, ma ho partecipato comunque” continua Parlagreco. “Però devo ammettere che alla fine quello che temevo, cioè il deserto della settimana dopo, per quanto mi riguarda non è avvenuto.”

Il problema ora è spiegare agli spettatori che nel prezzo del biglietto ci sono tante voci. Queste sono ripartite tra i vari settori della filiera, che rendono il costo nel periodo ordinario l’unica forma sostenibile per la sala. 

È dello stesso avviso Laura Fumagalli, di Arcadia Cinema, società da sempre attenta a fornire allo spettatore l’esperienza più innovativa in termini di fedeltà e dotazione tecnologica. In un periodo di adeguamento dei prezzi della stragrande maggioranza dei settori commerciali, l’abbiamo incalzata sul tema del prezzo del cinema durante la crisi energetica. La risposta è però decisa, e condivisa dai colleghi esercenti che abbiamo ascoltato. “Non è possibile per il cinema fare un aumento dei prezzi, anche se questo sta avvenendo negli altri settori per sostenere costi operativi altissimi. Noi crediamo che l’esperienza cinematografica non vada regolata attraverso politiche di prezzo. Va invece valorizzata al massimo facendo capire al pubblico l’unicità di vedere un film sul grande schermo”. 

La filosofia comune con cui le sale stanno affrontando questo periodo è proprio questa: lavorare e concentrarsi dove si può avere un impatto, cioè riportare il pubblico in sala, e tenere duro là dove poco si può fare (la soluzione della crisi energetica non arriverà da un provvedimento o da una proposta, ma dallo sciogliersi dell’intricata situazione geopolitica).

Con un totale di 29 schermi Arcadia, tra Melzo, Bellinzago, Erbusco e la nuova struttura di Stezzano, Laura Fumagalli esprime una doppia preoccupazione. “Le bollette estive sono state insostenibili, abbiamo sempre puntato su strutture grandi e accoglienti, che diventassero un luogo bello da visitare. Questo però comporta spese energetiche altissime”. Alla preoccupazione per le bollette concorre però un altro fattore che assilla da mesi gran parte dell’esercizio. “Veniamo da anni difficili e quello che ci preoccupa è soprattutto la mancanza di un’offerta costante. Per restare aperti serve ritornare anche ad un’organizzazione continuativa di titoli di alto profilo commerciale per il pubblico.” 

La programmazione e l’offerta: importanti quanto gli aiuti

Nell’arco dei prossimi mesi traghetteranno il cinema alla fine dell’anno solo pochi blockbuster. Tra questi: Black Adam, Black Panther, il family Il gatto con gli stivali 2 – L’ultimo desiderio e Avatar: la via dell’acqua. Ben poco rispetto al pre pandemia.

Avatar 2 crisi energetica esercizio cinematografico cinema

È una situazione che preoccupa tutti i mercati, in primis quello americano in cui da diverse settimane il box office sta registrando numeri molto bassi. Il problema è che l’offerta non è costante e questo aumenta le difficoltà di gestione di sale con un profilo come il nostro. Bisognerebbe tendere sempre di più a una distribuzione uniforme dei film lungo tutta la stagione”. Per Fumagalli però nel 2023 la situazione promette di cambiare, grazie a molti film attesissimi dai cinecomics, a Fast & Furious, passando per i prodotti più d’autore come Oppenheimer di Christopher Nolan. 

Nel frattempo, tutti gli esercenti hanno già iniziato ad adottare piccole strategie di ottimizzazione, chiaramente non risolutive. Sono utili solo per attutire dove possibile gli aumenti di questi mesi. Soluzioni casalinghe: riduzione dei tempi di pre accensione e di spegnimento dell’impianto di condizionamento, una cura maggiore alle luci accese, spente talvolta dopo che tutti gli spettatori sono entrati nell’ultimo spettacolo. Inevitabilmente qualche spettacolo in orario meno performante viene tagliato dalla programmazione. 

Elia Orselli, proiezionista e collaboratore del cinema Cappuccini di Imola, una sala della comunità, con un solo schermo, racconta di accorgimenti in fase di programmazione. Si cerca di lavorare senza buchi di programmazione durante la giornata, per evitare che il locale si raffreddi in attesa del nuovo pubblico. La sala sta affrontando i lavori di ecoefficientamento resi possibili grazie ai fondi del PNRR. Progetti che però arriveranno a conclusione, verosimilmente, per tutti coloro che vi hanno partecipato, non prima dell’inverno 2023.

L’edificio, spiega Orselli, è già dotato di pannelli solari che operano alla massima capacità possibile e si punta con interventi mirati a migliorare l’efficenza energetica. Si può fare molto. Il proiettore laser, che gradualmente sta diventando un nuovo standard, permette una visione migliore e un risparmio energetico quattro volte maggiore. Anche questo può essere un intervento interessante. L’obiettivo dei fondi del PNRR è portare anche le strutture più antiche a una coibentazione termica e a un sistema di riscaldamento più efficiente. Certo, tutto questo richiede tempo, che adesso le sale non hanno.

Gli aiuti ci sono. Le domande restano: saranno abbastanza? E per quanto tempo serviranno?

Il 16 settembre il consiglio dei ministri ha approvato il decreto aiuti ter. Prevede crediti d’imposta sull’acquisto di energia e gas rispettivamente per una quota del 30% e 40%. Si rivolge ai luoghi della cultura come sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche e istituti per una dotazione di 40 milioni di euro. “Il riparto sarà oggetto di un decreto ministeriale che dovrebbe arrivare a breve”, ha detto Simone Gialdini, Direttore Generale dell’ANEC.

Il grande cambiamento di quest’anno per quanto riguarda gli aiuti è stato però il passaggio dal sostegno ai ricavi a quello in termini di costi di funzionamento (quindi tutte le spese per tenere aperta la sala). Una decisione importante, discussa all’interno del settore, che permetterà di coprire anche i costi energetici e che affiancherà il tax credit investimenti nuova versione. Gialdini ha confermato che entrambi i provvedimenti, attesi con ansia, stanno seguendo il normale iter ministeriale. Il Ministero della cultura li ha trasmessi in questi giorni al Ministero dell’economia e delle finanze e sono pronti a dibattito interministeriale. 

Gialdini ha poi promesso un ulteriore impegno per gli aiuti alle sale. “Questi sono soltanto un primo passo, sicuramente il nuovo governo dovrà prendere in considerazione nuove misure. Noi siamo al lavoro su questo”. 

Tanti dibattiti aperti nel mondo del cinema, non solo la crisi energetica

Sotto il profilo della crisi energetica qualcosa si muove. Ci sarà ancora molto da lavorare sull’adeguamento delle regole interne del settore alla nuova situazione del mercato. Continua il dibattito sulle teniture, sull’impatto delle piattaforme e sulle condizioni di noleggio dei film.

Alcuni distributori, non tutti, continuano a ragionare come se la pandemia non fosse esistita”, conclude preoccupato Parlagreco, “non è cambiato nulla. Solo in pochi sono diventati elastici nel concedere multiprogrammazioni o teniture più brevi rispetto al normale. Dobbiamo agire su quello di cui abbiamo il controllo, perché non è vero che la gente non va più al cinema. I Minions hanno fatto ottimi numeri ad esempio, ma c’è stata una promozione molto riuscita anche sui social. Perché non si investe più per promuovere e fare andare bene anche gli altri film più piccoli?”.

E per gli appassionati che volessero contribuire a sostenere la ripartenza del cinema? Laura Fumagalli non ha dubbi che tutto sia in mano al pubblico, come sempre. “È importante che chi frequenta il cinema e lo ama continui a farlo, e che diventi lui stesso un canale di passaparola per invitare famigliari e amici che durante il picco della pandemia hanno deciso di non ritornare, magari acquisendo nuove abitudini di consumo dei contenuti. Noi dobbiamo offrire il massimo, è però lo spettatore che riscopre l’unicità della sala cinematografica a portare altre persone ad apprezzare la stessa esperienza”. 

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